di Armando Caruso
PACE, PACE, PACE. Si invoca dai pulpiti delle Chiese, nei palazzi del potere, sui giornali, in televisione, in Europa. Gli Stati più potenti del pianeta organizzano convegni internazionali, G7, G8, G20, nei più bei luoghi del nostro emisfero, lanciano continui appelli, non se ne danno…pace. Ma la Pace non c’è. Da secoli è lontana e nessuno la vede arrivare, anche se tutti noi la reclamiamo in nome della fratellanza, della civiltà, del benessere collettivo, dell’amore che ogni essere umano deve all’altro, mentre l’industria delle armi si arricchisce di congegni di morte, di sofisticate tecnologie che seminano disastri, devastano i popoli poveri e inermi.
Lo scenario desta allarmanti preoccupazioni: recentissime le nuove minacce di esplosioni atomiche; carri armati mimetizzati blindano le strade delle metropoli e le strade delle campagne dove il verde cerca anch’esso di sopravvivere; piovono bombe a grappolo; missili a media e lunga gittata; droni “made in Iran” che non hanno anima né occhi; morti per le strade, palazzi che crollano come fantocci di cartapesta; opere d’arte defraudate del loro valore; ponti che saltano, bimbi martoriati e padri al fronte, mamme inorridite, anziani ridotti a smarriti fantasmi.