
La crescita della domanda non è sostenuta da una adeguata produzione – Nel 2024 non ci sarà materiale grezzo sul mercato – L’Unione Europea tuteli produttori e settori dell’indotto
L’alluminio è ormai materia indispensabile in molti settori dell’industria. Infatti, viene usato dall’edilizia alla produzione di automobili, dai trasporti ai beni di consumo durevoli, dagli imballaggi alle attrezzature e componistica, basti pensare che anche le pentole e le padelle, che si usano e di cui l’Italia è leader a livello mondiale, sono prodotte con l’alluminio.
La stessa Commissione Europea ha individuato nell’alluminio, grazie alla sua elevata riciclabilità ed ecosostenibilità, l’elemento chiave del Green Deal, la transizione verde su cui la Ue sta puntando. La domanda di questo materiale sta aumentando ovunque e, in special modo, in Italia, ma due sono i problemi principali per questo settore: la diminuzione della sua produzione in particolare in Europa e la difficoltà di reperire materia prima. Dal 2008 ad oggi si è assistito ad un aumento considerevole del prezzo del metallo leggero e ad una sempre più preoccupante chiusura di molte fonderie. In Europa, infatti, la produzione di alluminio primario è diminuita del 30% (dai 3 milioni circa di tonnellate nel 2000 a quasi 2 milioni nel 2020), e gli smelter (impianti dove si fonde l’alluminio) in attività in Europa ad oggi sono solo 13, mentre da una quindicina d’anni l’Italia è a quota zero.
Allo stato attuale in Ue si produce solo il 25% di alluminio primario necessario alle industrie europee e la situazione nel 2021 si è ulteriormente aggravata, conseguenza dell’aumento dei costi dell’energia elettrica e dei dazi all’import di alluminio grezzo. Dall’inizio del 2020 i prezzi dell’elettricità in Europa sono quadruplicati e i costi di produzione hanno superato i duemila euro a tonnellata.
Pur essendo l’Italia e l’Europa molto avanti nel riciclo e recupero dell’alluminio, questa pratica non copre la necessità del settore. Secondo molti esperti la Ue deve rivedere la propria politica dei dazi all’importazione di alluminio grezzo. Si rischia, infatti, nel giro di pochi anni all’esaurimento degli stock di alluminio a disposizione dell’industria mondiale.
Secondo le previsioni della svizzera Trafigura (tra le più grandi trading di commodities) nel 2024 non ci sarà più alluminio grezzo disponibile sul mercato e necessario ad alimentare le industrie del settore. Anche per la banca newyorchese Goldman Sachs, entro il prossimo anno, il prezzo dell’alluminio toccherà quota 4.000 dollari per tonnellata.
La situazione geopolitica attuale, al momento, non consente prospettive future più rosee. Toccherà all’Unione Europea tutelare il mercato e i suoi produttori e l’indotto che ne deriva.
Antonella Formisano