Nel giorno in cui si celebra la nascita del redentore, milioni di bimbi in ogni angolo del mondo, patiscono la fame e muoiono. Avviene, senza soluzione di continuità, da migliaia di anni. Nel passato, di questi bimbi e dei loro genitori, non si avevano che vaghissime notizie e si era più propensi ad ignorare che per mancanza di acqua, di pane, queste morti, avvenissero, quasi nel silenzio: peggio ci si batteva con le armi, per nuove conquiste, per il prestigio nazionalistico, per una maggiore affermazione. Con un’arroganza assolutamente inconcepibile.
Poi il progresso economico e tecnologico si è sviluppato, le armi sempre più sofisticate, hanno ancora ucciso, ma con maggior precisione. Con intelligenza. Tutti noi siamo stati soddisfatti, contenti, dei progressi. I missili esplodevano a colpo sicuro, come si facesse una gara a chi colpisse con maggior precisione.
Il mondo è strano. La fame e la sete aggrediscono milioni di bimbi, di donne, di uomini, giovani ed anziani, privi di medicine. La natura, o chi per essa, si è scatenata ed è arrivato il virus micidiale. Milioni di morti in Asia, Africa, Sud America, Africa, Europa, si aggiungo a milioni di persone che patiscono fame, sete e altre malattie. Ma Noi, che Siamo scienziati, ingegneri, medici, biologi, giudici di tutto ciò che si può giudicare, ci preoccupiamo se possiamo trascorrere il Natale “finalmente liberi” in famiglia o al ristorante, con il certificato verde (magari falso) che attesti la nostra sanità. E gli “altri”?
Si preoccupano perché la libertà viene loro negata. Mah!.
C’è infine una terza libertà che tutti dovrebbero avere a cuore per sé e per gli altri: quella di nascere, crescere, morire, nel miglior modo possibile.
Armando Caruso