
Abbiamo chiesto al direttore generale dell’Unione Industriali Torino, Angelo Cappetti, cosa si agita nel mondo manifatturiero – Le richieste finanziarie dell’Unione Industriale accolte dal Governo per ridare impulso a tutto il comparto automobile – L’apporto della ricerca universitaria – Il dialogo con il gruppo Stellantis
Si discute molto sul futuro dell’automotive. Cosa rappresenta questo settore per il nostro Paese e soprattutto per il Piemonte?
Il nostro è un Paese dalla grande tradizione manifatturiera: nonostante le difficoltà di questo momento storico, l’italia è il secondo in Europa, dopo la Germania. L’auto può essere considerata il cuore della nostra manifattura. Pur a fronte di una caduta della produzione di autoveicoli, infatti, a livello nazionale il settore vale un fatturato di 93 miliardi di euro, pari al 5,6% del Pil. Questa centralità è ancor più evidente per il nostro territorio: in Piemonte la supply-chain dell’auto (dal produttore al cliente) è rappresentata da 736 imprese, con quasi 20 miliardi di euro di fatturato e oltre 60.000 dipendenti. Anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi, in occasione della sua recente visita a Torino, ha sottolineato l’importanza della città e dell’auto per l’economia italiana, mettendo in risalto come sia fondamentale che istituzioni pubbliche e imprese collaborino per creare futuro.
Quali sfide epocali ci attendono con l’evoluzione del progresso tecnologico?
Oggi il settore della mobilità deve confrontarsi con nuove fondamentali sfide: la transizione green e quella digitale. Queste trasformazioni, se guidate nel modo corretto, possono rappresentare un’importante opportunità. In caso contrario, le pagheremo a caro prezzo. Penso al progetto di elettrificazione previsto nel piano europeo “Fit for 55” che, dal 2035, vieterà la produzione di veicoli a motore endotermico. Come se non bastassero queste sfide, oggi il settore è penalizzato da fattori contingenti come le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e semiconduttori, e l’aumento dei prezzi dell’energia e dei carburanti. Le aziende hanno bisogno di un piano industriale per affrontare questa transizione e uscirne indenni.
Secondo lei, quali potranno essere questi interventi strategici?
L’Unione Industriali Torino, insieme con altre associazioni di categoria, si è pronunciata in più occasioni, in modo forte e unitario, sulla necessità di dotare l’Italia di un piano industriale dedicato all’automotive, con una visione chiara e risorse adeguate. I 650 milioni di euro destinati all’acquisto di veicoli green ogni anno dal 2022 fino al 2024, stanziati negli scorsi giorni dal Governo, sono un importante primo passo per sostenere il settore. Per quanto riguarda il budget di circa 8 miliardi fino al 2030 destinato per l’automotive in Italia, manca ancora la definizione di come verranno articolati gli interventi di supporto alle politiche industriali e in particolare alla transizione tecnologica. Ma l’intenzione c’è e questo è senz’altro positivo perché abbiamo bisogno di una politica industriale che accompagni gli imprenditori della componentistica nel cruciale passaggio dalla mobilità tradizionale a quella sostenibile, sull’esempio di Germania e Francia.
Il budget stanziato dal Governo è indubbiamente considerevole, ma gli industriali attendono oltre alle cifre anche una strategia economica di grande rilievo.
La domanda che gli imprenditori pongono al Governo è “quale economia il nostro Paese è in gradi di sviluppare da oggi al 2030” e si aspettano che la visione sia sostenuta da una strategia di lungo periodo. E’ chiaro che l’Unione Industriale è pronta a dare il proprio contributo. Dalla nostra prospettiva, un piano industriale per l’auto deve essere basato su tre linee d’azione: rinnovare il parco auto circolante in Italia; investire e innovare per produrre in Italia i veicoli di domani e i loro componenti; sostenere le imprese in difficoltà e tutelare il lavoro.
Quale contributo di idee stanno dando in Piemonte le associazioni industriali?
La proposta congiunta presentata dalle Associazioni Industriali e ANFIA alla Regione Piemonte è favorevole a un piano industriale coerente e condiviso, che comprenda misure immediate di supporto all’offerta e all’evoluzione dell’industria. Il sistema industriale pensa a un piano di accompagnamento strategico delle imprese nella transizione, alla riconversione del personale, a misure concrete come sgravi fiscali e contributivi. Senza dubbio, inoltre, è fondamentale coinvolgere i maggiori costruttori di veicoli e soprattutto Stellantis. Il 28 marzo scorso ha avuto luogo un’importantissima riunione con il Presidente e l’Amministratore delegato del Gruppo, John Elkann e Carlos Tavares, a cui hanno partecipato il Governatore Alberto Cirio, il Sindaco Stefano Lo Russo e il Presidente dell’Unione Industriali, Giorgio Marsiaj. Il vertice di Stellantis ha assicurato che Torino e il Piemonte avranno un ruolo di primo piano, non solo nella produzione della Maserati e della 500 Bev, ma anche come polo per l’elettrificazione per tutti i marchi europei del Gruppo e hub di design e progettazione. Inoltre per Mirafiori sono allo studio progetti su nuovi business relativi all’economia circolare, nella quale la logistica assume un ruolo di primo piano.
In questo progetto di sviluppo industriale particolare influenza avranno le nuove tecnologie in collaborazione con il Politecnico di Torino e l’Università?
Certamente sì. Chiediamo da tempo un rafforzamento del sistema degli ITS e stiamo lavorando con gli atenei per avvicinare sempre più i percorsi di formazione alle necessità del mondo produttivo. Proprio a questo proposito, qualche giorno fa il Presidente Marsiaj ha lanciato una proposta alla Regione per attrarre giovani informatici: saranno fondamentali per realizzare la transizione tecnologica verso la smart mobility. L’Unione Industriale è fiduciosa di avere voce in capitolo, considerando il clima di grande collaborazione che si è instaurato con le Istituzioni. Il nostro obiettivo finale si propone di incrementare la produttività delle aziende e ridare competitività al Paese. Solo attraverso la crescita, infatti, è possibile creare lavoro, che è l’obiettivo dei nostri imprenditori. Come Unione Industriali stiamo facendo la nostra parte e continueremo a impegnarci in questa direzione.
Gianni Maria Stornello