POLITICA

BANCHE USA: BIDEN RIPARA I DANNI DI TRUMP. LA CRISI SVIZZERA, EU E ITALIA PIU’ CONTROLLI

By 24/04/2023Aprile 26th, 2023No Comments

Le cause che hanno messo in ginocchio la Silicon Valley Bank e la Signature Bank – L’Arabia abbandona la cattiva gestione elvetica – In Italia il mercato interno bancario più stabilità tutelato da eventuali shock internazionali

Nelle ultime settimane il settore bancario globale ha subito un forte contraccolpo dovuto ad un inasprimento aggressivo della politica monetaria. Il primo crollo è avvenuto negli Stati Uniti, dove i piccoli Istituti di credito regionali hanno mostrato notevoli deflussi di deposito, associati alle perdite non realizzate sulle loro partecipazioni in titoli, ha fatto sì che le banche bruciassero le loro attività liquide ad un ritmo molto veloce. È il caso che ha colpito la Silicon Valley Bank e la Signature Bank: due istituzioni che operavano in un distretto regionale americano e che hanno concesso prestiti non garantiti ad imprese non sicure del settore high-tech, che in questo momento sta attraversando un periodo di forte crisi e un conseguente e palese ridimensionamento. La SVB e la Signature Bank hanno utilizzano in maggioranza depositi a vista, che successivamente sono stati investiti in titoli di Stato americano prevalentemente a tasso fisso.
La decisione della Fed di aumentare i tassi di interesse, riducendo di fatto il valore dei titoli detenuti, ha comportato una corsa dei correntisti a ritirare il proprio denaro, venendosi così a creare una mancanza di liquidità che ha portato la SVB e la SB in ginocchio. Le radici di tale crisi affondano, però, in anni passati durante l’Amministrazione Trump, che decise di allentare i controlli nei confronti delle banche più piccole e regionali per dare impulso all’economia statunitense.
Discorso a parte, invece, per quanto è successo in Svizzera con la Credit Swiss, i cui problemi sono iniziati ben prima degli eventi americani e non hanno alcun nesso con quest’ultimi. La Credit Swiss, infatti, a causa di una cattiva gestione, si è ritrovata con un passivo di 7 miliardi ed il suo crollo in Borsa è dovuto alla decisione della Saudi National Bank (uno dei suoi maggiori azionisti) di non voler procedere ad ulteriori ricapitalizzazioni. Tutti gli analisti concordano che, comunque, allo stato attuale non ci troviamo davanti allo scenario di profonda crisi degli anni 2007-09, in quanto sia in Europa che negli Stati Uniti i sistemi di controllo centrale sono diventati più stringenti. Soprattutto in Europa la situazione è maggiormente sicura; dopo la crisi finanziaria e la crisi dell’euro, le grandi banche europee sono state soggette ad una regolamentazione molto più severa rispetto al passato. Il meccanismo di vigilanza unico, insieme alle autorità nazionali di vigilanza finanziaria, ha migliorato notevolmente la trasparenza delle banche e i criteri stessi di vigilanza. Inoltre, il meccanismo di risoluzione unico dovrebbe contribuire a spezzare il circolo vizioso tra Stati sovrani e banche, che ha svolto un ruolo così importante durante la crisi dell’euro. Nello specifico, il sistema bancario europeo è sostenuto da forti riserve di capitale e di assorbimento delle perdite. Le banche, oltre tutto, sono tenute a soddisfare severi requisiti di liquidità (LCR) e finanziamento a lungo termine (NSFR).
Questi fattori rendono il sistema generalmente ben protetto da shock negativi. Lo stesso SRM (Single Resolution Mechanism – il meccanismo unico di risoluzione bancaria) è stato creato per gestire in maniera pronta ed efficace la risoluzione delle banche in difficoltà, proprio per evitare il contagio e preservare la stabilità finanziaria.
Ma la situazione in Italia com’è? Il sistema bancario italiano negli ultimi anni è stato oggetto di importanti riforme che hanno comportato una migliore stabilità di tutto il sistema stesso. Il mercato, poi, a cui si rivolge è prettamente interno e ciò tutela le banche italiane da eventuali shock finanziari internazionali. Inoltre, le banche italiane sono sottoposte ad una vigilanza molto più stretta, che si estende anche a banche più piccole. Pertanto, qualsiasi crisi bancaria internazionale può avere sul sistema italiano solo effetti indiretti. In conclusione, l’inasprimento delle concessioni di credito e l’innalzamento dei tassi di interesse, se da una parte tutelano le banche, dall’altra hanno avuto conseguenze sui consumatori, come dimostrano le richieste dei mutui per l’acquisto di case che si sono più che dimezzate.
Allo stato attuale, secondo gli analisti, le prospettive di una recessione tecnica sono nuovamente aumentate nell’Eurozona, proprio sulla scia di condizioni creditizie ancora più restrittive, che se tutelano le banche, frenano comunque qualsiasi tipo di investimento.

Antonella Formisano