
Accolta con favore la proposta della Commissione Europea di aprire nuove “rotte per i cereali ucraini” – L’accordo sull’esportazione di grano scadrà il 12 novembre, ma le Nazioni Unite hanno già chiesto 1 anno di proroga
I drastici aumenti dei prezzi delle materie prime derivanti dal conflitto in Ucraina hanno interessato diversi cereali (tra cui grano, orzo, mais), semi oleosi e fertilizzanti, producendo effetti drammatici a carico dei paesi più poveri, in primis quelli africani. Grazie alla mediazione delle Nazioni Unite e della Turchia, lo scorso 22 luglio è stato siglato un accordo (il Black Sea Grain Initiative) finalizzato a garantire le esportazioni di grano dall’Ucraina nonché di prodotti agricoli e fertilizzanti dalla Federazione russa. L’accordo prevede la creazione di un corridoio nel Mar Nero dedicato al transito delle merci e che ha permesso di sbloccare diverse spedizioni destinate a Egitto, Libano, Tunisia, Libia, Pakistan, Bangladesh, Turchia, Marocco e Somalia. Questo corridoio, secondo Coldiretti, consente di salvare ben 53 paesi dalla carestia, ossia quegli stati nei quali la popolazione spende almeno il 60% del loro reddito per l’acquisto di beni alimentari e liberare al contempo le scorte presenti nei magazzini ucraini. Secondo l’analisi di Coldiretti, svolta sulla base dei dati del Centro Studi Divulga, “la guerra coivolge gli scambi di oltre un quarto del grano mondiale con l’Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% degli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, ma anche il 16% sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) per l’alimentazione degli animali negli allevamenti e ben il 65% sugli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate)”.
Secondo il Consiglio Europeo, tra il 2016 e il 2021 circa il 90% delle esportazioni ucraine di frumento sono state destinate all’Africa e all’Asia, contribuendo così alla sicurezza alimentare in alcune delle regioni più svantaggiate del mondo. Prima dell’accordo, il blocco dei porti ucraini ha fermato sulle coste del Mar Nero circa 20 milioni di tonnellate di cereali; la chiusura di questa rotta, peraltro più volte oggetto di rilevanti preoccupazioni internazionali, potrebbe pertanto comportare effetti devastanti a carico dei paesi più poveri, nazioni peraltro già pesantemente colpite dal generale aumento dei prezzi e dalla scarsità di prodotti a disposizione.
Grazie all’accordo tra Ucraina e Russia – secondo il Consiglio Europeo – nel mese di settembre 2022 sono stati spediti oltre 3,5 milioni di tonnellate di prodotti agricoli. I cereali, in particolare mais e frumento, sono stati inviati in Asia (oltre il 40%, di cui il 17% in Turchia), in Africa (16%) e nell’Unione Europea.
A questo proposito il sito di TRT, un canale statale turco, ha recentemente affermato che il corridoio del grano dall’Ucraina continua a funzionare e che il Ministero della difesa della Turchia ha annunciato che altre nove navi sono partite dai porti ucraini.
A riguardo anche Ukrainska Pravda il 12 ottobre scorso, citando il Ministero delle Infrastrutture dell’Ucraina, ha confermato che nell’ambito della Black Sea Grain Initiative, nove navi con oltre 150.000 tonnellate di prodotti agricoli sono partite dai porti di Odessa verso i paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa.
La stessa fonte afferma che sono state esportate sette milioni di tonnellate di prodotti agricoli dalla partenza della prima nave e che 316 imbarcazioni hanno lasciato i porti ucraini cariche di cibo e dirette nei paesi asiatici, europei e africani. Sono inoltre presenti 120 navi in attesa di entrare e uscire dai porti ucraini del Mar Nero e i controlli navali richiedono attualmente 10-15 giorni a causa della carenza di ispettori. L’accordo per le esportazioni di grano ucraino scadrà il 22 novembre prossimo, ma le Nazioni Unite hanno già chiesto una proroga di un anno.
La creazione di “corridoi di solidarietà” tra Europa e Ucraina appare dunque fondamentale per agevolare le esportazioni agricole ucraine e per favorire gli scambi bilaterali con l’UE. A riguardo il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha emesso il 7 ottobre 2022 un parere in merito rimarcando che tra i beni essenziali prodotti dall’Ucraina ed esportati in Europa, Africa e Asia vi sono le derrate alimentari e in primo luogo i cereali.
Il CESE “accoglie con favore la proposta della Commissione europea di creare rotte logistiche alternative e ottimizzate, ossia di istituire nuovi “corridoi di solidarietà UE-Ucraina”, che agevolino il commercio di prodotti agricoli provenienti dall’Ucraina come pure il commercio estero bilaterale con tale paese. Tali corridoi forniranno inoltre all’Ucraina l’accesso alle rotte commerciali europee attraverso porti marittimi, consentendo così al nostro vicino orientale di partecipare al commercio mondiale”.
“È opinione generale – prosegue il CESE – che le esportazioni via terra possano compensare solo un terzo, o al massimo la metà, di quanto l’Ucraina normalmente esporta attraverso i suoi porti sul Mar Nero. Inoltre, il trasporto di merci via terra verso l’Europa ha un costo ben più alto rispetto alle esportazioni via nave passando per il Mar Nero. Per di più, le esportazioni dall’Ucraina nel mercato interno dell’UE sono limitate, e queste limitazioni sottraggono delle opportunità agli agricoltori e, al tempo stesso, impediscono di contribuire alle forniture alimentari di cui molti paesi africani e asiatici hanno urgente necessità”.
Ne emerge quindi che l’apertura di un corridoio sicuro per l’esportazione di cereali attraverso il Mar Nero possa produrre enormi vantaggi per i paesi importatori di derrate alimentari e per gli agricoltori ucraini, seppur al momento siano le infrastrutture a ostacolare lo sviluppo degli scambi commerciali tra l’UE e l’Ucraina, richiedendo specifici investimenti.
A questo proposito il CESE auspica anche una cooperazione tra UE, Ucraina e Moldova che possa consentire un’estensione delle infrastrutture ferroviarie, ritenendo anche tale rete fondamentale per i corridoi di solidarietà.
Auspicando un tempestivo ritorno alla pace, lo sviluppo di questi corridoi di solidarietà potrà consentire di aiutare concretamente i paesi in difficoltà sotto il profilo alimentare e di migliorare la sicurezza alimentare a livello generale.
Flavio Servato