
“Criminalità tra realtà e percezione: tranquillizzante il report di Eurispes e Direzione Centrale Polizia Criminale – preoccupano i furti telematici, le truffe, scippi e borseggi e le minacce tra le mura domestiche
Il 5 maggio è stato presentato a Roma il rapporto “La criminalità tra realtà e percezione” realizzato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio Analisi Criminale e da Eurispes.
Si tratta di uno studio che pone a confronto i dati della delittuosità riferiti agli ultimi tre anni e la percezione della sicurezza rilevata in un campione rappresentativo. Con riguardo agli indici di criminalità, nel 2022 (dati ancora operativi) non sono stati superati i livelli registrati per l’anno 2019, ovvero l’ultimo anno non interessato dalla pandemia.
La percezione della sicurezza è spesso influenzata dal modo in cui, il più delle volte, viene evidenziato con particolare enfasi, il tema della criminalità. Tuttavia, negli ultimi anni i cittadini italiani percepiscono le città in cui vivono come più sicure rispetto al passato. L’indagine demoscopica, infatti, ha evidenziato un decremento dei cittadini che valutano poco sicura la città/località in cui vivono (-11,9%), in favore di quanti la giudicano abbastanza sicura (+12,6%) e aumentano seppur di poco anche gli intervistati che rispondono di vivere in un luogo molto sicuro (+1,4%).
Un esame approfondito delle fattispecie di reato a maggiore percezione di minaccia ed insicurezza sottolinea come siano raddoppiati gli italiani che si sentono minacciati dal furto di dati personali su Internet, soprattutto per gli under 65. Evidentemente, la crescente diffusione degli acquisti on-line, dei Social network e dei siti che richiedono la registrazione dei dati personali, fa sentire i cittadini più esposti a questo tipo di reato. Gli over 65, al contrario, si sentono maggiormente minacciati dai “classici” furti in abitazione (31,8%).
Ad ogni buon conto, rispetto al passato, i reati che vengono percepiti, nella maggior parte dei casi, più pericolosi che in passato sono: il furto di dati personali su Internet (56,2%), la truffa (53,5%), furto in abitazione (53,1%) e scippo/borseggio (50,6%).
A prescindere dal titolo di studio posseduto, tutti gli intervistati collocano al primo posto fra le principali cause di diffusione dei fenomeni criminali il disagio sociale, ad eccezione dei diplomati che fanno precedere questa opzione dalla difficile situazione economica, che ottiene invece il secondo posto fra chi ha la licenza elementare e per i laureati.
Infine, solo il 43,8% delle vittime di reato ha sporto denuncia, mentre la maggioranza (56,2%) ha scelto di non denunciare il furto, l’abuso o la violenza subiti.
In relazione all’operato delle Forze dell’ordine, gli interpellati che sono stati vittime di reato si dichiarano abbastanza o molto soddisfatti dell’operato delle Forze dell’ordine (il 73,1%), mentre il 68,3% giudica positivamente il loro impegno.
L’indagine ha poi tentato di fare luce sugli episodi di violenza che si consumano in àmbito familiare. I dati emersi hanno evidenziato uno spaccato domestico che riguarda molti nuclei familiari e che si basa su forme di sopraffazione e abuso sottili, spesso non denunciate o che più facilmente passano sotto silenzio, come possono esserlo le umiliazioni quotidiane o le minacce.
In ordine al reato di molestie, l’indagine ha esplorato la diffusione e la percezione del fenomeno anche nel nostro Paese. Ad oltre un intervistato su 10 è capitato di essere vittima di molestie sessuali (11,4%). Tra le donne è nettamente superiore che tra gli uomini l’incidenza di molestie di natura sessuale: riferisce di esserne stata vittima il 18,9% – quasi una su cinque –, a fronte di un più contenuto 3,4% degli uomini.
I reati informatici sono, non a caso, quelli che hanno fatto registrare la maggiore crescita negli ultimi anni, in controtendenza rispetto agli altri tipi di crimini, e rappresentano oggi, in molti ambiti, una vera e propria emergenza a cui far fronte. Tali tipi di reati mostrano una minore incidenza tra gli anziani, mentre le differenza tra le altre fasce d’età appaiono meno nette. Tra i 25 ed i 34 anni si registra, invece, il picco delle truffe negli acquisti online (33,1%). In questa fascia d’età si trova anche la percentuale più alta di chi ha subìto furto d’identità (23,1%), cyber stalking (16,2%) e di chi ha visto violare il proprio account di posta elettronica (15,4%).
Nell’utilizzo della Rete, ed in particolare dei diversi Social Network, esistono poi rischi non sempre riconducibili a veri e propri reati, ma comunque ritenuti dal cittadino non trascurabili perché potenzialmente lesivi della dignità e della riservatezza della persona.
Un confronto internazionale dei dati sugli omicidi volontari, reato particolarmente efferato che, tuttavia, appare in netta diminuzione negli ultimi anni nel nostro Paese, rapportato alla popolazione, consente di affermare con certezza che l’Italia è una delle nazioni “statisticamente” più sicure a livello europeo e mondiale.
Dal report “La criminalità tra realtà e percezione”, pubblicato anche sul sito del Ministero dell’Interno, emerge quindi il quadro di un Paese sostanzialmente sicuro, nel quale si registra comunque un quotidiano impegno delle Forze di polizia per elevare gli standard operativi ed effettuare campagne di comunicazione mirata, anche al fine di consentire a tutti noi cittadini di avere una compiuta ed effettiva percezione di sicurezza.
Stefano Delfini
Dirigente Superiore della Polizia di Stato
Direttore del Servizio Analisi Criminale