CULTURA

E DOPO LA MATURITA’? LA SCELTA UNIVERSITARIA PROBLEMA DA SUPERARE

By 25/01/2023No Comments

Perplessità, riflessioni, ansie per ogni studente – Ogni facoltà apre un mondo nuovo pieno di prospettive – Con l’aiuto di validi insegnanti andare avanti è più facile

Descrivere e raccontare il passaggio fra il liceo e l’università non è per niente semplice; è infatti un momento carico di emozioni, tanto positive quanto negative, se da una parte infatti c’è l’ansia per un’esperienza nuova e totalmente fuori dalla propria “comfort zone”, dall’altra c’è l’eccitazione, in parte paradossalmente per le stesse ragioni ma anche per la consapevolezza dello star crescendo che, almeno personalmente, non avevo durante la scuola.
È stato difficile anche perché io, dopo tre mesi di università ed un passaggio di facoltà, non mi sento ancora effettivamente dentro l’università, come forse dovrei:
E’ come, per essere più chiaro, se stessi parlando di un progetto ancora in divenire, ragion per cui mi è molto complicato per comprendere errori e cose giuste fatte in questi mesi.
Sono vari gli ostacoli che ci si trova a dover superare, anche con molta fatica: in primis, la stessa scelta della facoltà. Ricordo miei compagni di classe e amici che fino all’ultimo non avevano idea di cosa fare, non tanto per loro colpa, ma per la sensazione di grande importanza che questa decisione comporta.
Si tratta in sostanza di capire davvero “cosa si vuole fare da grandi”. Domanda clou, a cui da bambini si rispondeva con tanta immaginazione: “voglio fare il calciatore” oppure “voglio fare l’astronauta”. E sempre più spesso, purtroppo, le possibilità di una vita già delineata hanno la meglio sui sogni: il dramma del sempre più alto tasso di disoccupazione giovanile porta sempre più spesso a scelte in qualche modo “obbligate”; entrare nello studio del padre o in facoltà con buone possibilità di trovare un lavoro ben retribuito.
Lungi da me biasimare queste scelte, anzi proprio io, pur avendo ben chiaro in linea di massima un progetto di vita e senza avere la possibilità di un percorso già tracciato dai familiari, ho comunque scelto la facoltà non senza che le inquietudini di una vita, probabilmente con maggiori incertezze e preoccupazioni.
E poi arriva, dopo mesi di ansie, paure e trepidante attesa, finalmente, il primo giorno di università e ci si ritrova catapultati in un mondo gigante e costantemente in movimento in cui è difficile non perdersi (almeno nei primi giorni), ma in cui è facile sentirsi spaesato, tanto più se non si conosce nessuno.
E molto spesso bisogna ricominciare, reimparare a conoscere le persone, almeno nel mio caso, per creare amicizie e legami, conoscenze, seguire le lezioni, svolte in una modalità diversa rispetto a com’ero abituato a scuola e, forse il più grande e temibile cambiamento almeno ai miei occhi; una differenza più che totale nel rapporto fra studenti e professori, lontanissima da come io ero al liceo.
Può sembrare una cosa un po’ puerile da scrivere, ed effettivamente me ne rendo conto, ma qualche volta è stata proprio l’umanità e la gentilezza di alcuni insegnanti che mi hanno spinto a dare il massimo in una determinata materia e, ad onor del vero, molto spesso mi ha aiutato che il professori mi conoscessero e sapessero come convincermi per dare sempre il meglio in interrogazioni e verifiche.
Certo, dicendo così sembra che io non mi sia trovato bene all’università e questo non è proprio corretto. Dopo tutto, se i primi mesi sono stati piuttosto burrascosi, e l’assenza dell’obbligo di frequenza mi abbia spinto a prendermi un po’ di libertà, è stato dovuto alla mia voglia di abituarmi ai nuovi stimoli, dalle infinite possibilità che mi vengono offerte, dalla conoscenza di nuove persone, alla gioia di studiare per lo più le materie che più mi piacciono.
Il percorso è ancora lungo ma, si sa, i piaceri vengono col tempo…

Stefano Amato