CULTURA

E’ DRAMMATICA L’ANALISI SUI CRIMINI DELLE BABY GANG ITALIANE E STRANIERE

By 24/10/2022Novembre 23rd, 2022No Comments

In aumento negli ultimi cinque anni la violenza di gruppo, che al Sud si ispira alla malavita italiana, mentre nel Centro Nord si avvale di giovani stranieri di prima e seconda generazione – I reati: furti, rapine, vandalismo, bullismo, aggressioni – Il difficile rapporto con le famiglie

Diversi recenti casi di cronaca riguardanti gruppi di giovani o giovanissimi dediti ad attività criminali o devianti hanno riacutizzato l’attenzione al tema delle gang giovanili in Italia. Il rapporto esplorativo “Le Gang Giovanili in Italia” rappresenta un primo tentativo di fornire una classificazione ed una mappatura della presenza delle gang giovanili.
Il rapporto è stato realizzato da Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e con il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia.
Le informazioni alla base di questo studio sono state raccolte tramite due differenti questionari somministrati alle Questure, ai Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e agli Uffici di Servizio Sociale per Minorenni (USSM). I dati raccolti sono stati ulteriormente integrati tramite l’analisi sistematica di notizie tratte da fonti aperte.
Data la natura esplorativa dello studio, è stata adottata una definizione abbastanza ampia che potesse comprendere vari tipi di gang giovanili: un gruppo di tre o più individui, composto in prevalenza da minorenni o giovani con meno di 24 anni, avente una stabilità temporale e coinvolto in attività criminali e devianti, non necessariamente penalmente rilevanti, eventualmente caratterizzato da una struttura organizzativa, simbologie o denominazioni identificative. Sono stati esaminati elementi connotanti quali numerosità, età, sesso, nazionalità prevalente, situazione socioeconomica dei componenti. L’analisi ha evidenziato quattro tipologie principali di gang giovanili con caratteristiche differenti e una diversa distribuzione sul territorio:
a) gruppi privi di una struttura definita, prevalentemente dediti ad attività violente o devianti: presenti in tutte le macroaree del Paese, sono il tipo maggiormente rilevato e più consistente numericamente. Un’ampia maggioranza di questi gruppi è coinvolta in reati violenti; b) gruppi che si ispirano o hanno legami con organizzazioni criminali italiane: presenti specialmente nel Sud del Paese, sono composti quasi totalmente da italiani; c) gruppi che si ispirano a organizzazioni criminali o gang estere: presenti prevalentemente in aree urbane del Nord del Paese e composti in prevalenza da stranieri di prima o seconda generazione; d) gruppi con una struttura definita ma senza riferimenti ad altre organizzazioni e dediti ad attività criminali specifiche: presenti in tutte le macroaree del Paese e composti in prevalenza da italiani, compiono spesso reati appropriativi, come furti o rapine, ma anche reati violenti.
In particolare, il rapporto ha evidenziato che: e) le gang giovanili sono attive nella maggior parte delle regioni italiane (con una leggera prevalenza del Centro-Nord rispetto al Sud del Paese) e sembrano aumentate negli ultimi cinque anni; f) le gang giovanili sono principalmente composte da meno di 10 individui, in prevalenza maschi e con un’età compresa fra i 15 e i 17 anni. Nella maggior parte dei casi i membri delle gang sono italiani, mentre gruppi formati in maggioranza da stranieri o senza una nazionalità prevalente sono meno frequenti; g) i crimini più frequentemente attribuiti alle gang giovanili sono reati violenti, atti di vandalismo, disturbo della quiete pubblica e atti di bullismo. Meno frequenti e di solito commessi da gruppi più strutturati sono lo spaccio di stupefacenti o reati appropriativi come furti e rapine. Le vittime sono prevalentemente altri giovani tra i 14 e i 18 anni; h) alcuni fattori capaci di influenzare la scelta dei ragazzi di aderire a queste gang sono: rapporti problematici con le famiglie, con i pari o con il sistema scolastico, difficoltà relazionali o di inclusione nel tessuto sociale e un contesto di disagio sociale o economico. Molti di questi fattori sono stati ulteriormente acuiti durante il periodo pandemico. Risulta influente anche l’uso dei social network come strumento per rafforzare le identità di gruppo e generare processi di emulazione o auto-assolvimento.
Nel rapporto sono infine riportati diversi esempi concreti di gang giovanili rilevate sul territorio e sono illustrate alcune misure di contrasto al fenomeno e proposte di intervento per un miglior reinserimento sociale dei ragazzi. Il tema dei giovani e della loro tutela, infatti, ricopre un ruolo fondamentale nelle politiche della sicurezza del nostro Paese.

Stefano Delfini
Dirigente Superiore della Polizia di Stato
Direttore del Servizio Analisi Criminale