
Aumenta il numero di questa violenza, specialmente sulle fanciulle sotto i quattordici anni – La responsabilità del mondo virtuale – Gravi i danni psicofisici provocati sulle vittime – La vigilanza della Polizia su questi abberranti fenomeni
Il 20 novembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La data ricorre nel giorno in cui, nel 1959, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità la Dichiarazione dei diritti del fanciullo che, nel 1989, è stata integrata con la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Un trattato internazionale, quest’ultimo, che ha determinato un momento di svolta nel modo di considerare bambini e giovanissimi, ritenendoli non più solo persone bisognose d’aiuto e di protezione, ma anche cittadini capaci di avere opinioni e prendere decisioni e che stabilisce, inoltre, in loro favore, diritti inalienabili quali il diritto alla vita, alla salute, all’istruzione, al gioco, alla famiglia, alla protezione dalla violenza, alla non discriminazione e all’ascolto.
Una ricorrenza che deve essere anche un momento di riflessione, in occasione della quale il Servizio Analisi Criminale 1 della Direzione Centrale della Polizia Criminale ha realizzato un elaborato sui reati riconducibili alla violenza nei confronti dei minori, per effettuare un monitoraggio e sensibilizzare sull’importante fenomeno.
Nel Rapporto sui minorenni vittime di abuso, infatti, è presente un’approfondita analisi sulle forme di delittuosità che maggiormente hanno colpito i minori, sia nel biennio 2020-2021, sia nel periodo 1 gennaio – 30 giugno 2022, confrontato con analogo periodo dell’anno precedente.
I reati analizzati sono l’Abbandono di persone minori o incapaci, l’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, l’adescamento di minorenni, gli atti sessuali con minorenne, i maltrattamenti contro familiari e conviventi, la pornografia minorile, la sottrazione di persone. Il citato Servizio è una struttura a composizione interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno ove opera personale dei vari ruoli e qualifiche della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Penitenziaria. Incapaci, la violazione degli obblighi di assistenza familiare, le varie fattispecie riferite alla violenza sessuale. E’ emerso che nel primo semestre dell’anno in corso, nell’ambito di una complessiva diminuzione dei reati commessi, che si attesta intorno al 10%, i delitti di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, violenza sessuale e violenza sessuale aggravata perché commessa presso istituti di istruzione subiscono, invece, un aumento. Nello stesso arco temporale la maggioranza delle vittime è di genere femminile e si attesta nella fascia di età infraquattordicenne.
Le segnalazioni a carico di autori noti, in maggioranza di genere maschile, riguardano principalmente la fascia d’età compresa tra i 35 e i 64 anni.
Nel Rapporto viene, poi, sviluppato un approfondimento sulla cosiddetta “frontiera del mondo virtuale” con il quale si è evidenziato, anche grazie al contributo fornito dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, un notevole incremento dei casi trattati, nel biennio 2020/2021, in materia di adescamento online, cyberbullismo e sextorsion. Nel medesimo periodo risultano, inoltre, aumentati i reati commessi del c.d Revenge Porn, ovvero la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Gli elementi informativi disponibili evidenziano una crescita significativa del revenge porne un incremento dei casi trattati in materia di adescamento online, cyberbullismo e sextortion.
Particolarmente significativo, poi, il dato che evidenzia l’elevato numero di vittime di età inferiore ai 14 anni, che ribadisce ulteriormente la gravità di un fenomeno aberrante, oltreché molto grave per le conseguenze dello sviluppo psico-fisico dei giovani colpiti, che un giorno potrebbero divenire adulti fragili.
Questi effetti drammatici, che rappresentano una sconfitta per l’intera società, possono essere scongiurati creando, da parte di tutti i soggetti interessati, una rete di sostegno e di protezione efficace intorno alla complessa realtà dei minori. La crescente attenzione che i genitori, gli educatori, gli psicologi, le Forze di polizia e tutti gli operatori sociali prestano ai minori, alimenta, infatti, una solida sinergia in grado di consentire l’emersione di quel “sommerso”, che consenta di arrivare alla denuncia, che costituisce, insieme alla prevenzione, il mezzo per smantellare l’universo celato degli abusi sui minori.
Il Rapporto desidera accendere un faro, offrendo il senso dell’azione delle Forze di polizia nel contrasto al fenomeno odioso e pervicace della violenza contro i minori, vigliacco e aberrante, con l’auspicio che possa costituire un utile strumento per supportare quel percorso di crescita culturale che, iniziando proprio dalla consapevolezza e dalla conoscenza, possa tramutarsi in riscatto e civiltà.
Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, infatti, ha particolarmente a cuore il tema dei minori. È sempre molto alta l’attenzione delle Forze di polizia su questo fenomeno che richiede specifiche sensibilità e professionalità investigative e di prevenzione. Tutelare i minori significa tutelare il nostro presente e il nostro futuro.
Stefano Delfini
Dirigente Superiore della Polizia di Stato
Direttore del Servizio Analisi Criminale