CULTURA

INTERVISTA IMMAGINARIA A STEFANO BONACCINI: “ALLA GUIDA DEL PD PER FAR SOGNARE GLI ITALIANI”

By 21/12/2022No Comments

“Colloquio” (mai avvenuto) con il candidato alla segreteria del Partito democratico – Con il sostegno dei sindaci dei Comuni italiani, la vittoria sembra essere sicura – I temi cari al Presidente della Regione Emilia Romagna, che non lascerà l’incarico: Economia e Lavoro, Giustizia e Diritti civili, Lotta alla criminalità – Ritorno alla saggezza industriale – Il caso di corruzione di Panzeri. “Una sciagura degradante”

Stefano Bonaccini è l’uomo del giorno della politica italiana, il candidato numero uno alla segreteria del Partito Democratico, l’uomo forte del centrosinistra, a cui la sinistra (e non solo) guarda con rispetto, stima e perfino con una certa ammirazione. Per la sua ferma volontà di cambiare il PD, perché quando parla lo fa con autorevolezza, dice pane al pane senza perifrasi, si fa ascoltare anche dagli avversari, per quel modo schietto, tutto emiliano (“Basta una scossa…”), con cui affronta i problemi del Paese, per i quali ha deciso di battersi a viso aperto, nella speranza, per molti pienamente giustificata e condivisa, che il 19 febbraio 2023, possa prendere il posto di Enrico Letta alla segreteria nazionale del Partito Democratico. L’Uomo di una svolta, che la sinistra spera definitiva e rigeneratrice.
Non staremo qui a raccontare la storia politica del presidente della Regione Emilia Romagna, carica che manterrà anche se venisse eletto alle Primarie, perché tutti ormai sanno chi è Stefano Bonaccini. Per affrontare la “Candidatura Bonaccini”, abbiamo preferito un escamotage, tornare ad un modello giornalisticamente d’altri tempi ma, a nostro avviso, ricco di fascino e sfruttato anche in campo letterario: l’ “Intervista immaginaria”, che nel passato si rivolgeva con un pizzico di civetteria, ai grandi personaggi della Storia.
Un dialogo mai avvenuto – è bene specificarlo per evitare equivoci – un colloquio che rappresentasse un sogno: il sogno di chi ha vissuto la storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi con passione, ne ha colto gli aspetti drammatici, la guerra, ha assistito impotente alle guerre nel mondo; il sogno di chi abbia a cuore la pacificazione tra i popoli e il loro benessere materiale e spirituale; il sogno di un ritorno della sinistra al vertice del governo italiano. Una sinistra che oggi riesca a superare le difficoltà di questi lunghissimi vent’anni del terzo millennio, che dia prospettive inclusive ai popoli d’ogni etnia, che non lasci fuori dalla porta alcuno, nonostante viva con apprensione per le sorti di questo inizio di secolo che non promette nulla di buono. Il pensiero di chi è pur sempre convinto che non si può smettere di sognare un mondo migliore, anche quando i terremoti squassano la Terra, la Natura si ribella all’insulsaggine dell’Uomo, che anche con le guerre trova il modo per manifestare la sua folle violenza.
E’ questa la ragione per la quale siamo certi che le nostre idee e quelle di Stefano Bonaccini coincidano; magari non in toto, ma prendono consistenza da un certo modo di vivere, di goderne i benefici, di battersi per un ideale, di pensare che in questo mondo bisogna scacciare la malvagità, seguire gli insegnamenti, gli appelli di coloro che hanno a cuore la sorte dell’Umanità, contro i cosiddetti potenti, che con grande disprezzo per il Bene comune, minacciano tutto e tutti dimostrando soltanto la loro fragilità.
Molti i temi toccati dal candidato alla segreteria Nazionale del PD, Stefano Bonaccini. Temi importanti, su cui ruota la vita del nostro Paese; temi che coinvolgono gran parte dei popoli, come il Lavoro e i Diritti civili, che sono le fondamenta del Consorzio umano, un consesso variegato che coinvolge tutti: padri di famiglia, madri, bimbi, giovani, poveri e agiati, ricchi, onesti e persone che il lavoro non ce l’hanno proprio: in ogni caso esseri umani che hanno bisogno di una società giusta.
Presidente, parole che oggi, purtroppo, sembrano vuote di significato?
“No, parole che devono indurre alla formazione, alla crescita dei giovani che hanno bisogno di studiare, di lavorare, di avere una loro dignità, così come gli anziani bisognosi di sostegno, di madri che nel lavoro e nella famiglia devono trovare la ragione della loro vita. Lavoro e Diritti civili rendono giovane la società, la fanno evolvere, la inducono ad essere più feconda di idee e di figli. L’Italia ha bisogno di tutto questo. La risposta a questi problemi annosi è essenziale, scritta nel primo articolo della nostra Costituzione, la sintesi di un’analisi che da sempre chiama al dibattito giuristi, sociologi, economisti: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Nulla di più semplice, serio, impegnativo e complesso al tempo stesso. Il caposaldo della più importante Carta Costituzionale, non solo europea”.
Presidente Bonaccini mi sembra di sentirla scandire con voce convincente…
“Il concetto di lavoro è universale e impone un esercizio ideale e costruttivo costante. Una nazione deve assicurare il pane ai lavoratori e una vita tranquilla, e comunque deve assicurare dopo i drammi, la rinascita. E’ avvenuto nel dopoguerra con la ricostruzione di una azione bombardata, ma tornata alla libertà. Lo sarà ancora dopo la pandemia e la sciagurata aggressione di Putin all’Ucraina. Ma ci vuole la massima attenzione, una vera conoscenza dei diritti e dei doveri sociali, altrimenti anche dare lavoro
può essere una trappola per i lavoratori, per le organizzazioni sindacali, per lo Stato, se c’è corruzione, se lo Stato non è in grado di controllare la mafia o le mafie della criminalità organizzata. Criminalità che si annida, come abbiamo visto anche in occasione dei mondiali in Qatar, con il Qatar, e ha colpito, corrotto un ex esponente del PD e altri del Parlamento Europeo. Il “caso Panzeri e famiglia” è una sciagura politica degradante che la sinistra che voglio rappresentare non può che condannare e respingere con tutte le sue forze. E’ il segno tangibile del malaffare più vile, un caso singolo di un parlamentare che io non voglio definire di sinistra. E’ un corrotto e basta. Resta il caso allarmante sempre da condannare, ma la sistematica corruzione internazionale è stata messa a nudo dalle forze di polizia, anche italiane, che hanno smascherato più o meno un centinaio di malfattori di diverse nazioni”.
Bonaccini, la corruzione oggi è una caratteristica della nostra società, un costume che coinvolge anche le persone più insospettabili.
“Sarebbe una tragedia se io da Presidente della Regione Emilia Romagna, da segretario nazionale del PD, da semplice cittadino, non impedissi al PD, di vigilare affinché il Partito dei lavoratori, i partiti, i parlamentari italiani ed europei, i Comuni, le Regioni restino puliti, onesti. Se ciò non avvenisse, sarebbe il crollo della dignità dello Stato e della dignità dei cittadini. Cosa voglio dire? che bisogna tornare ad un concetto fondamentale. Ribadire che il Lavoro è la più importante realtà sociale tutelata da inderogabili sacrosanti principi. Un concetto di base, orizzontale che riguarda il Lavoro a qualunque livello sia espresso nella società. Il lavoro, le contrattazioni nazionali e internazionali non possono subire la pesante influenza della criminalità organizzata. Si deve sanare anche la perenne controversia tra lavoratori e datori di lavoro del servizio pubblico o privato che sia. Non è più possibile continuare un conflitto che, con alti e bassi, dura da anni. Basta con le controversie. Il passato è da cancellare. Oggi, che il Pianeta lancia segnali allarmanti, anche in Italia sconvolta dai cambiamenti climatici e dalla cecità dei governi, si deve trovare senza perdere altro tempo una soluzione ai problemi. Dobbiamo farlo tutti insieme. Un programma indubbiamente più ampio di ciò che avevo annunciato con il Patto del Lavoro del 2015, la pace sociale che trattava i temi dell’infanzia, della Sanità e della Sicurezza del territorio”.
Presidente Bonaccini, le sue dichiarazioni sono musica per le mie orecchie. Condivido parola per parola tutto ciò che lei ha appena detto, ma il mio pensiero, condiviso dalle forze di sinistra, corre anche al PD che dal 19 febbraio si accinge a guidare. Che succederà?
“I problemi da affrontare sono gravi e impellenti anche se il PD non può dettar legge essendo in questa legislatura in minoranza. Pensi a Giustizia, Economia, Politica interna ed estera. Settori chiave di una nazione bombardata che ha subìto una malefica interpretazione del concetto di Democrazia e di Libertà e, purtroppo, della globalizzazione, vissuta e alimentata come fosse meccanismo di accumulo forsennato della ricchezza, anziché progetto di equa distribuzione della produzione mondiale. Questa distorsione ha distrutto, i più elementari principi di “giustizia sociale”, mettendo l’un contro l’altro Paesi che pure sulla globalizzazione avevano condiviso le stesse idee. Sono questi pilastri fondamentali di una nazione che coinvolgono altri settori non meno importanti, senza i quali non c’è vita”.
L’apparato giudiziario nel suo complesso, soffre. Cosa pensa di fare?
“E’ un tema vastissimo che tutti i partiti dovrebbero affrontare con estrema urgenza e coscienza, perché il degrado organizzativo, tanto per cominciare, è dilagante. Senza addentrarmi nei meccanismi del sistema giudiziario, dico che la Giustizia deve tutelare tutti i cittadini indistintamente, senza alcun pregiudizio e privilegio per alcuno. E questi sono principi generali ai quali attenersi. Nel caso dell’Italia, dove in ogni caso questi principi vengono tutelati meglio che altrove, penso si debba giungere ad una vera riforma applicativa della giustizia. Percorsi giudiziari più brevi, inserendo giovani magistrati, nuovo personale nelle procure e nei tribunali, processi meno lunghi, certezza delle pene, accoglienza carceraria che da anni rappresenta un problema drammatico. Penso ai suicidi nelle carceri italiane, alle stesse forze di polizia del sistema penitenziario. Ma Giustizia non vuol dire soltanto questo. Ogni pubblica istituzione deve salvaguardarsi dalla criminalità organizzata e salvaguardare i cittadini; la criminalità è da controllare, ma i controlli si fanno se gli organici delle forze di polizia vengono rinforzati e aumentati gli stipendi di chi rischia la vita. Giustizia significa anche rispetto pieno tra Stato e Stato. Non sono ammissibili atti scellerati come le guerre”
Economia. Penso che lo Stato Italiano nel libero mercato, possa promuovere la grande industria, diretta da industriali illuminati come sono stati Adriano Olivetti, Enzo Ferrari, Michele Ferrero, Enrico Mattei partigiano, politico, fondatore dell’ENI, anche se un ritorno al passato mi sembra impossibile.
“Ci sono industriali illuminati anche oggi, bisogna aiutarli ad espandere la loro attività. Recenti studi del Club Ambrosetti, negli incontri di Cernobbio, trattano le prospettive della civiltà industriale curando di evitare gli eccessi del liberismo. Negli ultimi decenni vi è stata una deriva verso una concorrenza priva di freni a cui le istituzioni non hanno aderito. Un processo di deregulation portatore di effetti negativi, al pari di quello statalista. Oggi è necessaria una cooperazione sinergica e un giusto dialogo tra istituzioni e imprese per promuovere lo sviluppo produttivo in uno scenario di forte competizione globale. Nel quale sono in gioco gli stessi “Sistemi Paese”. Importanti economisti hanno sostenuto che questo è un fattore rilevante, colto da molte nazioni occidentali per attrarre investimenti e incentivare comparti industriali strategici. Il che rafforza il sistema industriale. In Francia, Inghilterra e Stati Uniti, il programma di politica industriale approntato dal Partito socialista, ha definito le aspettative della società civile e del mondo produttivo. E ha tracciato gli obiettivi per il rilancio dell’economia nazionale. Penso quindi che un simile modello di sviluppo possa porre anche l’Italia come Paese di riferimento nello sviluppo delle eccellenze per far vivere meglio il mondo. Il che vuol dire, che lo Stato deve promuovere tipologie d’eccellenza industriale, può farne parte senza condizionare il libero mercato, ma sostenendolo con una sana politica economica internazionale. Per fare tutto ciò è necessario che il Governo italiano abbia un ruolo di coordinamento”.
La sua candidatura a segretario nazionale del PD è ormai prossima…
“Mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco, Ed oggi il rispetto per gatti e altri animali, fortunatamente è uno dei simboli di civiltà. Quindi andiamoci piano. Ma sono del parere che la mia storia politica la chiarezza con cui mi sono sempre battuto, dovrebbe dare buoni frutti. Ho vissuto tutte le metamorfosi della politica e dei partiti. Oggi mi sento tranquillo, sono dell’idea che con il largo consenso dei sindaci, che come me conoscono i problemi del territorio, i bisogni dei cittadini, io possa diventare segretario nazionale del PD, nel leale rispetto dei miei avversari, uomini e donne, con cui ho sostenute tante battaglie politiche e tornare a far sognare gli italiani”.

Gianni Maria Stornello