
La frattura voluta dal “Primate di tutte le Russie” nei confronti del Pontefice provocherà gravi conseguenze e l’isolamento mondiale della Chiesa ortodossa
“Sono pronto ad incontrare Putin a Mosca”: “Fermate questa guerra insensata”. “Ho chiesto a Segretario di Stato, cardinale Parolin, di fare avere un messaggio al Presidente Putin per dirgli che sono disposto ad andare a Mosca, ma non ho avuto alcuna risposta…”.
Gli accorati appelli del Pontefice al presidente russo, incallito stratega della violenza di Stato, dell’aggressione all’Ucraina, restano l’irritante silenzio che conosciamo. La diplomazia vaticana tenta ogni dialogo possibile, il Papa si espone in prima persona, incurante delle ripercussioni che i suoi appelli di pace hanno all’interno della Curia romana.
Putin non ha risposto e non risponderà. Il presidente di un grande popolo, di una nazione che nelle scienze, nella letteratura, nell’architettura, nella musica, ha contribuito nei secoli, alla crescita culturale del mondo, oggi non risponde alla richiesta di cessare il fuoco che gli viene rivolta da un cristiano vero che combatte in solitudine e contro le stesse ingiustizie della sua chiesa.
Putin si trincera dietro il segno volutamente plateale della croce, abbraccia il “patriarca di tutte le russie” Kirill, che lo benedice, abbraccia la sua guerra, non gli si oppone, è complice delle stragi e dell’idea folle di annientare altre nazioni. Si, altre nazioni, perché di questo si tratta. Al di là di ogni pretesa difensiva della Nato o dell’Est, l’unico dato di fatto inoppugnabile è che dal quel 24 febbraio Putin ha massacrato uomini, donne, bambini ucraini e gli stessi soldati dell’esercito russo, nell’intento mai dichiarato, ma di cui tutti hanno paura, che voglia allargare i confini della sua “amatissima Russia”, fino a minacciare Polonia, Svezia, Finlandia e perché no, anche l’Ungheria. E’ così che vuol passare alla Storia.
Con la guerra combattuta a suon di missili con tutte le conseguenze di carattere morale, etico, di cui non si cura, Putin tenterà finché avrà fiato, altri misfatti, così come è riuscito a scatenare una formidabile guerra religiosa, che dividerà i popoli forse per qualche secolo ancora.
Chi avrebbe mai pensato che un Patriarca nascondesse
tanto dissennato rancore verso l’umanità, verso i suoi stessi fedeli, tanto da mandarli al macello?
Mi si perdoni, ma l’infelice brutta battuta del presidente degli Stati Uniti, Biden: “Putin è un macellaio”, la si potrebbe sottoscrivere anche per Kirill.
Papa Bergoglio, in un momento di totale delusione, ha detto. “Kirill non può diventare il chierichetto di Putin”, sollevando, guarda un po’, una certa indignazione.
Kirill, ci spiace doverlo affermare ancora una volta, non è un chierichetto, ma l’anima nera del Presidente russo.
Ed è doloroso pensare che questa sia la realtà. Tra il Patriarca ortodosso russo e il Presidente Putin esiste una intesa profonda, malefica, che non può né deve trovare alcuna giustificazione, anche se la Storia racconta bene gli errori che le Chiese di tutte le confessioni, anche quella cattolica, hanno commesso nei secoli. Una storia che però è ricca anche di interventi politici e umanitari che hanno lasciato segni di indelebile umanità. Si ricordino gli esempi di Papa Pacelli Pio XII, l’affermazione “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra”, l’estremo tentativo di fermare Hitler nel momento in cui, estate del 1939, Germania e Russia firmavano il patto segreto per l’aggressione alla Polonia da parte germanica, e di Finlandia e Polonia orientale, da parte russa.
Purtroppo, agli appelli di allora, si susseguirono gli imbarazzanti silenzi di Papa Pacelli sugli stermini romani, di cui gli storici discutono ancora; l’incessante attività umanitaria di Giovanni XXIII a favore degli ebrei, fin da quando era Nunzio Apostolico a Istanbul; il grido del Papa polacco Karol Wojtyla nella sua prima omelia da pontefice il 22 ottobre 1978: “Non abbiate paura”. Una frase entrata nella storia che ha contribuito al crollo del muro di Berlino e dell’Unione sovietica; ed ora Papa Francesco che, cuore italo argentino, non esista e fa sentire tutta la sua delusione, lo sconforto per gli sfaceli che colpiscono il mondo, non soltanto l’Ucraina e la stessa Russia.
I crimini nella Storia, immersi nella notte dei tempi, si ripresentano puntuali come fantasmi. Fantasmi che non hanno voglia di scomparire, nonostante la Cultura scientifica, abbia fatto capire molto della vita nostra e del pianeta e abbia giocato un ruolo equilibratore su morale ed etica sociale.
Il primo stop all’aggressione dell’Ucraina, sarebbe dovuto arrivare proprio dalla Chiesa ortodossa russa, direttamente da Kirill che, se non è – come lui stesso ha affermato in riposta alla staffilata di Bergoglio – il “chierichetto di Putin”, non può neppure essere un pòpe qualunque della steppa, lontano dalle trucide violenze della politica espansionistica russa. Quali saranno le conseguenze di questa frattura tra ortodossi russi, ucraini e la Chiesa cattolica?
Saranno unilateriali e dilanianti. Ma oggi è impossibile fare una previsione, anche perché la guerra religiosa tra cristiani, creerà altre reazioni: anche nel mondo musulmano. Si consideri infine, che Israele e a Gerusalemme in particolare, i giorni e le attese, le tensioni crescono e che il premier Naftali Bennet, politicamente, deve tenere ben presente quanto siano delicate le relazioni con gli Stati Uniti e con la Russia; relazioni che suscitano precari equilibri politici, economici, umani e, appunto, religiosi.
Ecco perché l’aggressione di Putin è una macchia destinata ad allargarsi con il passare dei giorni e la devastante crisi economica che si prospetta, produrrà altra fame nel mondo e il dominio assoluto delle tre grandi economie, che non più rese potenti da una devastante globalizzazione, si ritroveranno, fra vent’anni, a rifare i conti per sopravvivere. Una nota positiva in queste ore è venuto proprio da Mario Draghi, che da Washintgon, dove ha ricevuto anche il Distinguished Leadership Award 2022, ha suggerito a Biden di sedersi al “Tavolo della Pace” con Putin e di divenire quindi il suo interlocutore diretto. Un suggerimento strategico, che il Presidente russo non dovrebbe rifiutare. Questi, almeno gli auspici italiani.
Ma non tutto è così semplice: se le cose sulla Terra minacciano altri conflitti, nello Spazio non andranno sicuramente meglio, dal momento che la Russia ha decretato lo stop alle missioni spaziali. Si isola, con quali risultati, dal momento che la Cina potrebbe agire anche nello Spazio da sola?
Armando Caruso