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LA SICCITA’ SCONVOLGE GLI EQUILIBRI MONDIALI

By 24/03/2023No Comments

Cambiamento climatico: preoccupazione degli scienziati in tutto il mondo – Stati Uniti, Europa, Asia hanno sempre più sete – Ingenti danni all’agricoltura – Scarseggia l’acqua potabile – Estremo tentativo di limitare il riscaldamento globale a 1,5° C – Gravissima la situazione del Po e di conseguenza della Pianura Padana

L’allarme lanciato dagli scienziati mondiali è sempre più pressante: ormai non abbiamo più molto tempo per invertire la rotta ed accelerare nell’attuare politiche efficaci per contrastare il cambiamento climatico, causato prevalentemente dall’azione dell’uomo.
La siccità è diventata un problema non più di determinati Paesi, ma si è trasformata in un fenomeno di livello mondiale, che sta avendo e avrà in un futuro prossimo conseguenze significative sull’economia e sul sistema sociale degli Stati mondiali. Secondo uno studio dell’ONU, solo negli Stati Uniti la siccità ha provocato danni per oltre 6 miliardi di dollari all’anno; più impattante è la situazione per l’Unione Europea, con danni pari a 9 miliardi di euro.
Il cambiamento climatico ha un effetto determinante sul pianeta e, di conseguenza, sulle nostre vite; ha portato all’insicurezza alimentare e idrica, a disastri meteorologici estremi (quali inondazioni, siccità, piogge intense ed ondate di calore), all’intensificarsi degli incendi boschivi, a scarsità delle risorse idriche, all’accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai, all’innalzamento del livello del mare e del suo riscaldamento, alla scarsità di alimenti e acqua potabile.
E l’acqua risulta essere l’aspetto più problematico della crisi climatica: oltre 4 miliardi di persone al mondo stanno già vivendo una grave carenza idrica. La siccità porta con sé desertificazione e degrado del territorio, contribuisce all’instabilità sociale anche attraverso la migrazione di sempre più persone che fuggono dalla propria terra d’origine.
L’accordo di Parigi sul clima, firmato dai leader mondiali, prevede come obiettivo quello di limitare il riscaldamento globale a 1,5° C. Tutti gli scienziati sono concordi sul fatto che nel caso in cui il riscaldamento globale andasse oltre i 2°C rispetto ai valori preindustriali, il cambiamento climatico sarebbe pressoché irreversibile e avrebbe conseguenze catastrofiche sul nostro pianeta.
Allo stato attuale, secondo il rapporto IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) particolarmente colpite dai fenomeni estremi sono l’Africa sub-sahariana e l’America centrale e meridionale che, insieme ad alcune parti dell’Asia, risultano i territori più fragili e più esposti al cambiamento climatico, quali periodi di siccità più lunghi o inondazioni estreme. La siccità ha colpito duramente il Cile e l’Argentina, in cui i livelli bassissimi del fiume Paranà hanno prodotto effetti negativi sulla produzione di energia idroelettrica; ma è soprattutto il comparto agricolo a subire maggiormente tale situazione: sono crollati i raccolti di soia, mais e grano con un danno economico di circa 10 miliardi di dollari.
La crisi climatica sta colpendo duramente anche la popolazione nel Corno d’Africa, dove la zona che va dal Kenya alla Somalia sta vivendo uno dei periodi di siccità più duri degli ultimi quarant’anni. Ma anche l’Europa sta affrontando situazioni di siccità e crisi idrica impensabili fino a qualche anno fa. Secondo la mappa realizzata dal programma Copernico dell’Unione Europea, quattro sono i Paesi che maggiormente stanno soffrendo: Spagna, Italia, Germania e Francia. Quest’ultima nel mese di febbraio ha registrato il 75% in meno di piogge rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Nel sud della Francia il lago di Montbel è vuoto per l’80%; in Germania il livello del Reno è talmente basso che le chiatte devono trasportare le merci ad appena la metà della loro capacità; in Spagna la situazione è così critica che il Governo ha erogato una legge per ridurre del 40% l’uso dell’acqua in agricoltura, del 15% nell’industria e del 10% per le case. A Barcellona, addirittura, è stato vietato di innaffiare i parchi pubblici.
L’estate 2022 è stata, dal punto di vista della siccità, la peggiore dall’ultimo mezzo secolo in Europa, che a marzo 2023 già sta combattendo una crisi idrica che non ha precedenti. L’aspetto più grave è la situazione dei livelli delle falde acquifere sul territorio europeo; secondo un’analisi condotta dall’Università della Tecnologia di Graz, in Austria, negli ultimi anni le acque presenti nei corsi sotterranei sono risultate costantemente basse e i prolungati periodi di siccità non contribuiscono a migliorare la situazione.
Ma com’è la situazione in Italia? Anche il nostro Paese sta attraversando un periodo di fragilità idrica: il lago di Garda è 70 cm sotto il suo livello medio, le Alpi registrano un 63% meno di neve rispetto allo scorso inverno, nel nord Italia si è assistito per tutto il 2022 a precipitazioni che hanno subìto un calo del 40% rispetto alla media. Nell’anno appena passato, la regione italiana che più ha visto diminuire rispetto a tutta l’Europa le precipitazioni sul proprio territorio è stata il Piemonte. L’Osservatorio ANBI sulle Riserve Idriche ha sottolineato che il Piemonte è la regione che maggiormente è stata colpita dalla siccità. Le stesse condizioni del fiume Po possono essere definite drammatiche con una portata che è al 61% sotto la norma. Ed è proprio il caso del Po che fa temere per il futuro, in quanto l’eccezionale dislivello stagionale delle sue acque indica una condizione sempre più difficile e che comporterà per il 2023 un’estate tra le più critiche dal punto di vista idrico con danni economici ingenti, soprattutto per il settore agricolo e dell’allevamento.
Per il Word Weather Attribution (l’Istituto Internazionale che unisce gli scienziati delle maggiori Università e centri di ricerca specialistici) a causa dell’effetto serra, saranno sempre più frequenti periodi di estrema siccità, siccità che interesserà particolarmente l’emisfero settentrionale della Terra.
Si può tranquillamente affermare che l’acqua ormai è diventata l’oro blu del XXI secolo e da essa dipenderanno gli equilibri mondiali. Pertanto, tutti gli Stati dovranno attuare politiche volte a raggiungere gli obiettivi prefissati dall’accordo sul clima di Parigi e contribuire alla salvaguardia delle proprie risorse idriche.

Antonella Formisano