CULTURATECNOLOGIA

LA VIOLENZA PIU’ VILE SULLE DONNE SI ANNIDA NELL’ARIDITA’ FAMILIARE

By 26/06/2023No Comments

Tragico ed eloquente il report del Viminale: dall’inizio dell’anno fino al 28 maggio 2023, su 129 omicidi, 45 sono vittime madri, fidanzate, compagne – Trentasette uccise in ambito familiare – In giugno i delitti più efferati – Molte ancora le persone che preferiscono non denunciare – L’uso dell’App YouPol esteso alle aggressioni domestiche

Dei 129 omicidi registrati da inizio anno fino al 28 maggio 2023 nel report settimanale del Viminale, 45 sono le vittime donne, di cui 37 uccise in ambito familiare e di queste 22 le donne uccise dal proprio compagno o ex compagno, senza considerare gli ultimi efferati femminicidi avvenuti nel mese di giugno. Nel mondo la violenza contro le donne vede coinvolte 1 donna su 3 ed in Italia ben il 31,5% delle donne nel corso della propria vita è stata oggetto di violenza fisica o sessuale. Per D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) siamo di fronte ad un femminicidio ogni due giorni.
Dal rapporto del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale viene fuori un quadro allarmante nel solo periodo dal 1° gennaio al 20 novembre 2022: dei 273 omicidi segnalati, ben 104 vedono come vittime delle donne, di cui 88 sono state uccise in ambito familiare e 52 per mano del proprio partner o ex partner. Il Presidente Mattarella, in occasione della festa dell’8 marzo, ha usato parole ferme e significative nei confronti di tale fenomeno: “occorre un impegno ulteriore delle istituzioni, della comunità civile, delle donne e degli uomini, insieme per rimuovere ostacoli, confutare pregiudizi, operando con azioni concrete, contrastando con forza le inaccettabili violenze e femminicidi, che sono crimini gravissimi da sanzionare con il massimo di severità”.
La violenza sulle donne è un fenomeno che non fa distinzioni di classe, né di istruzione o di cultura, ma è trasversale e colpisce in tutti gli ambiti e gli ambienti. I dati che abbiamo a disposizione per capire chi subisce violenza, purtroppo, sono marginali, in quanto spesso è un fenomeno sommerso; nella maggior parte dei casi le donne che sono vittime di violenza, in modo particolare all’interno dell’ambito familiare, non denunciano ed è, invece, fondamentale individuarle per evitare che possano essere vittime di femminicidi.
La violenza sulle donne può assumere varie forme: dalla violenza fisica a quella sessuale, da quella psicologica alla violenza economica, dallo stalking fino all’uccisione della donna.
Ed è, pertanto, essenziale individuare in modo rapido e sicure le vittime di violenza domestica, perché spesso quest’ultima sfocia in casi di femminicidio. La violenza familiare, inoltre, non comporta solo un coinvolgimento della donna, ma spesso sono anche i figli a subirne le conseguenze; i bambini che assistono a questo genere di abuso ben presto sviluppano disturbi emotivi e comportamentali che, in futuro, potrebbero sfociare in altre forme di violenza.
Lo stesso OMS osserva che la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”. Contrastare questo fenomeno significa, innanzi tutto, puntare sull’educazione, sulla sensibilizzazione, sul riconoscimento del valore della donna, contrastando pregiudizi e radici culturali.
La Convenzione di Istanbul del 2011 è stato il primo strumento a livello internazionale che ha definito da un punto di vista giuridico “la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”. Per la prima volta la violenza sulle donne è stata individuata come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione, prevedendo, inoltre, la protezione dei bambini testimoni di tali violenze. In Italia esistono già da tempo strumenti sia normativi che non rivolti ad aiutare le donne vittime di violenza. Ed è di pochi giorni fa l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge che prevede misure atte a contrastare la violenza contro le donne, introducendo novità quali l’arresto in flagranza differita, entro le 48 ore, per stalking, violazione del divieto di avvicinamento e maltrattamenti contro i familiari; filmati e immagini costituiranno prove per far scattare il fermo; la velocizzazione dei processi anche nella fase cautelare; l’inserimento nel Codice di procedura penale di una norma che vede in 30 giorni il limite massimo sia per le istanze di misure cautelari dei pubblici ministeri sia per la loro applicazione da parte del gip; misure più severe per chi in passato ha già commesso simili reati.
Secondo il Ministro per la Famiglia e le Pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, bisogna puntare anche al cambiamento culturale, rivolgendosi alle nuove generazioni attraverso una campagna di sensibilizzazione nelle scuole per far conoscere le nuove norme e portando la testimonianza diretta di chi ha subìto violenza domestica. Altro elemento fondamentale per intercettare le donne vittime di violenza è quello di rafforzare le competenze degli operatori sociosanitari, che sono i primi a venire a contatto con le vittime attraverso il Pronto Soccorso. Di primaria importanza è poi il numero antiviolenza e antistalking 1522, numero gratuito ed attivo 24h su 24, a cui ci si può rivolgere in italiano, inglese, francese, spagnolo ed arabo. Ultimamente la polizia di Stato ha esteso l’uso dell’App YouPol anche ai reati di violenza domestica. Altri luoghi dove chieder aiuto sono i centri antiviolenza consultabili sul sito del Dipartimento delle Pari Opportunità, i consultori e le stesse farmacie.
In Piemonte sono attivi 21 Centri antiviolenza, 81 sportelli, 12 case rifugio per le donne vittime di violenza e per i loro figli. Inoltre, la Giunta Regionale lo scorso dicembre ha approvato il Piano triennale degli interventi per contrastare la violenza di genere 2022-2024, adottando misure più incisive anche sulla base delle esperienze maturate e delle pratiche evidenziate col primo Piano triennale, coinvolgendo le realtà locali che si occupano di tale fenomeno.

Antonella Formisano