CULTURA

Lele Luzzati: da Albissola a Torino Fiabe Multiple

By 18/11/2021Novembre 29th, 2021No Comments

Sono trascorsi cento anni dalla nascita di Lele Luzzati. Lo ricorda la galleria “Bostrico” di Albissola con una mostra che ha fatto scoprire il Lele “diverso” artista d’un candore fanciullesco e il suo fortunato incontro con Alfredo Meconi, che divenne amico e suo stampatore. Opera concepite su carta per la delizia di bimbi e ridefinite su lastre di zinco a beneficio di scenografie, gioia degli adulti. Questo “ritagli” sagomati con un seghetto, funzionali gli uni agli altri, che gli suggerì Meconi, innalzarono Luzzati agli onori internazionali e accesero ogni giorno di più la sua fantasia teatrale tesa, forse, ad essere un sublime pupaio d’altri tempi. Stampe, matite colorate, colori e tanta genialità. Opere uniche che si moltiplicavano, tanto che vennero definite “Opere Uniche multiple”. A Torino in questi giorni e fino al 15 gennaio 2022, alla Galleria Fogliato, si tiene “Un altro Luzzati”, mostra estensiva di ciò che Luzzati ha donato al mondo dell’arte. In mostra una settantina di acqueforti ed acquetinte con interventi di acquerellature a mano e collage. Senza per questo dimenticare il ceramista corposo e al tempo stesso delicatissimo.Emanuele Luzzati, per gli amici artisti, Lele, ha avuto un felice rapporto umano e artistico anche con Torino. Il 5 settembre 2010 si tenne una domenica all’insegna dell’arte e dell’ebraismo per l’inaugurazione di una sua mostra di opere che narravano le sfumature dell’identità ebraica. Una mostra inaugurata dal presidente della Comunità torinese Tullio Levi che consentì una “full immersion” nel meraviglioso mondo ebraico di Emanuele Luzzati.
Nel Natale del 2020 si ricorda il fiabesco Presepe di Luzzati in Piazza Carlo Felice a Torino. Luzzati ha avuto una intesa partecipazione alla vita scenografica teatrale del Regio e dello Stabile di Torino; così come non si può tacere del Presepio nei Giardini Sambuy, che dal 1997 al gennaio del 2021, ha accompagnato la vita dei torinesi.

Armando Caruso

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