CULTURA

LILIANA SEGRE: ASCOLTO, RISPETTO, MITEZZA “MELODIA” CHE SCUOTE L’ANIMA DEGLI ITALIANI

By 24/10/2022Novembre 23rd, 2022No Comments

Il discorso rivolto in Senato – Parole semplici, disarmanti, un appello accorato “La libertà dei cittadini non è utopia, ma la nostra stella polare” – Una richiesta di civiltà

Ci sono discorsi che colpiscono per la profondità dei ragionamenti affrontati, altri per la complessità delle problematiche analizzate, altri per l’eleganza del tratto di chi li espone, altri ancora che si preferirebbe non aver mai ascoltato. Quello rivolto al Senato da Liliana Segre in apertura della prima seduta della XIX Legislatura appartiene ad un genere ancora diverso, a cui i resoconti della vita parlamentare e politica del Nostro Paese non ci hanno abituati o, perlomeno, non abbastanza per lasciarci indifferenti.
La prima impressione (quasi una sensazione “a pelle”) è quella di aver ascoltato parole estremamente semplici, lineari e caratterizzate da una chiarezza disarmante. Nessuno potrebbe lamentarsi di essere stato escluso dalla possibilità di partecipare alle riflessioni e alle indicazioni programmatiche del Presidente del Senato (per il tempo strettamente necessario per passare il testimone al neoeletto Presidente). Indipendentemente dall’estrazione sociale e dall’appartenenza politica, tutti abbiamo avuto l’opportunità di comprendere il messaggio, accorato e pacato allo stesso tempo, che una delle più alte cariche istituzionali del Paese stava rivolgendo non solo alle Senatrici e ai Senatori presenti in Aula, ma al Popolo italiano.
Ed è questa la seconda impressione: Liliana Segre ha voluto rivolgere le sue parole a ciascuno di noi, ai bambini che, oggi come lei un tempo, siedono ai banchi di scuola; a quelli che, come lei, sono costretti a lasciare quei banchi a causa delle miserie che ancora affliggono la nostra quotidianità; alle madri ed ai padri di famiglia; a chi è gravato da responsabilità d’ogni genere ed alle persone si preparano a lasciare il testimone a chi verrà domani. A tutti ha ricordato che siamo un unico Popolo, che ha una tradizione costituzionale importante, che consacra i diritti fondamentali che sono il testamento di “100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà”. Una costituzione che ricorda, anzitutto, alla Repubblica, ma, in definitiva, a ciascuno di noi che l’obbligo di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini “non è poesia e non è utopia. È la stella polare che dovrebbe guidarci tutti, anche se abbiamo programmi diversi per seguirla”.
A tutti ha rivolto una richiesta di civiltà: lottare contro la diffusione del linguaggio dell’odio e contro l’imbarbarimento del dibattito politico e contro la violenza dei pregiudizi e delle discriminazioni.
La terza riflessione che sgorga dall’ascolto delle parole di Liliana Segre è proprio rivolta alla Politica. Abbiamo tutti bisogno del ritorno della Politica e alla Politica. Non possiamo più accontentarci di discussioni e dibattiti non solo violenti, ma anche (e forse proprio per questo) inutili. Avvertiamo il bisogno di essere coinvolti e travolti dalla lungimiranza di una Politica che, prima di tutto, sappia essere esempio della capacità di progettare il futuro nell’interesse di tutti.
L’esortazione di Liliana Segre alla collaborazione istituzionale e con l’Unione Europea risuona nell’anima di chi l’ha ascoltata come una melodia di cui non possiamo più permetterci di fare a meno. Il tempo che stiamo vivendo è un tempo drammatico, caratterizzato da scenari che parevano inimmaginabili fino a poco tempo fa: la pandemia, la guerra, la crisi climatica e la povertà non concedono più spazio alle divisioni sterili, prive di prospettive reali. In questo tempo, Liliana Segre non solo ha avuto la (pacata) fermezza di richiamare i nostri parlamentari a farsi carico del “grido di dolore che giunge da tante famiglie e da tante imprese, che si dibattono sotto i colpi dell’inflazione e dell’eccezionale impennata dei costi dell’energia, che vedono un futuro nero, che temono che disuguaglianze ed ingiustizie si dilatino ulteriormente, anziché ridursi”; ma avuto il coraggio di invitarli a lasciare fuori dal Parlamento “la politica urlata, che tanto ha contribuito a far crescere la disaffezione al voto, interpretando invece una politica alta e nobile, che senza nulla togliere alla fermezza dei diversi convincimenti, dia prova di rispetto per gli avversari, si apra all’ascolto, si esprima con gentilezza, perfino con mitezza”.
Ascolto, rispetto e mitezza: ecco le caratteristiche del discorso di Liliana Segre che più di altre ne contraddistinguono il contenuto ed il valore. Tre caratteristiche che paiono fondamentali per affrontare e progettare una quotidianità che talora spaventa; tre valori che ci attendiamo che la Politica torni finalmente a interpretare. Come bene ha detto la Presidente, “non c’è un momento da perdere. Dalle istituzioni democratiche deve venire il segnale chiaro che nessuno verrà lasciato da solo, prima che la paura e la rabbia possano raggiungere livelli di guardia e tracimare”.

Maurizio Riverditi