
Una parte dell’Italia parla di democrazia, ma nella realtà guarda soltanto alla libertà dei singoli individui – Le scudisciate del Premier – I silenzi in Aula di Salvini – Le dimissioni di Brunetta – Gelmini – Carfagna da “Forza Italia” – Si vota il 25 settembre – Un futuro pieno di insidie
Si è consumato nel giro di 24 ore, o se volete in pochi secondi, il dramma delle dimissioni di Draghi al Senato della Repubblica Italiana, davanti a senatori del centro destra che improvvisamente – o forse in modo premeditato – hanno deciso di lasciare in brache di tela il Premier Mario Draghi. Ci sarebbero riusciti se i numeri non avessero dato ragione al presidente del Consiglio che ha ottenuto la Fiducia con la risoluzione di Casini ,95 voti favorevoli e 38 contrari, ma che l’hanno convinto a dimettersi, dimissioni accettate da Mattarella. “L’Italia non ha bisogno di fiducia di facciata” aveva detto nel suo discorso al Senato. E l’indomani, alla Camera, in mondo sbrigativo “Ora torniamo al lavoro” (per l’ordinaria amministrazione). Come se nulla fosse accaduto, come se davanti a sé, in sede di lettura delle motivazioni, non avesse detto con voce alterata dall’emozione: “Ma Voi siete pronti ad accettare un nuovo patto di fiducia”?
Una pagina buia della Repubblica. Una storia vecchia, ma le scudisciate inferte a fantasmi incapaci di rispondere sono rimaste, anche se, crediamo, non avranno prodotto alcuna riflessione. In chi? In Matteo Salvini, che in Senato è rimasto muto come un pesce, sguardo smarrito, mentre i suoi tentavano di rispondere a Draghi in “assenza” del loro capo?
Uno scenario penoso. La parte scissionistica dei grillini, non si sapeva dove fosse; Gelmini, Brunetta, Carfagna, tre rappresentanti degli anni migliori di Forza Italia, hanno dato le dimissioni dal partito, mentre il Centro Destra, alleato di Governo per esigenze emergenziali, agli occhi dell’Europa e del mondo occidentale, ha mostrato ancora una volta il suo vero volto, quello dell’incapacità di guardare con coscienza ai gravi problemi del Paese. Il Centro Destra se l’è squagliata al momento più inopportuno: mentre disoccupazione, profonda crisi economica (che dura da vent’anni), il covid è ancora in giro, la guerra putiniana, lodata da molti per l’aggressività di un Capo di Stato che regge con le armi le sorti di una grande nazione, continua e semina morte.
Cosa ha combinato Salvini, se non fare capitolare il suo stesso manipolo di sovranisti, ridotti ad un pugno di voti, fagocitati con estrema facilità da Giorgia Meloni e dal suo “Fratelli d’Italia”? E il povero Berlusconi che dall’alto della sua età e a causa delle malattie che l’hanno colpito non è più in grado di governare il partito?
Come si fa a credere alla (demagogia?) di Salvini? Magari fosse un demagogo convinto. La sua sciolta e banale loquela, scritta su un “quadernetto dei diritti”, purtroppo è sempre stata sostenuta dalla disinformazione dei social e da una parte delle emittenti televisive, che hanno registrato frasi strombazzate come questa “Vado io a parlare con Putin, perché voglio che smetta con la guerra. Io lavoro per la pace”. Quando mai, ha lavorato, e per che cosa? Passeggia in continuazione davanti alle telecamere che lo riprendono quasi fosse un divo, scatta selfie come un bambino, si è convinto di essere l’uomo giusto per tutte le soluzioni del Paese. Non si rende conto che proprio a causa della drammatica (per l’Italia) vicenda Draghi, si ritroverà solo e con il sospetto per molti fondato, di aver rovinato il suo stesso partito? Checché ne pensino i signori del populismo più sfrenato.
Tutto ciò mentre il nostro Paese va incontro all’ennesimo voto, nel buio più completo. Si voterà per decisione di Mattarella, calcoli alla mano, il 25 settembre. Non ci sono dubbi. Ma chi guiderà il prossimo governo?
La campagna elettorale, che non manca mai, è già cominciata. Si dovranno risolvere più problemi fondamentali: il popolo dei non votanti, la fragilità di una maggioranza risicatissima nel Centro Destra come nel Centro sinistra, il forte debito dello Stato, gli impegni che non si potranno risolvere, se tutti i PNRR non verranno erogati, e con una crisi economica in atto; con il cambiamento climatico che nessuno finora ha saputo fronteggiare con provvedimenti giuridici suggeriti da anni dalla ricerca scientifica. L’emergenza del pianeta Italia è ancora tutta da risolvere.
E il Centro Sinistra? L’onesto intellettuale Enrico Letta, dovrà fare quadrato (non campo largo, ma l’ha già annunciato), con gli intellettuali degli altri partiti che sono contrari alla guerra, che vivono per la pace e il benessere, che sappiano di economia e vogliano veramente la crescita e la modernizzazione dell’Italia. Ma le prospettive non sono facili: bisogna andare avanti con giudizio e onestà intellettuale, con la massima lealtà, con l’appoggio saggio e prezioso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
a.pir.