CULTURA

LOTTA ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA. LE FORZE DI POLIZIA NON DANNO TREGUA

By 24/03/2023No Comments

Il G.I.I.R.L. organismo del Dipartimento della Sicurezza analizza tutti i dati sensibili dei criminali, interni e internazionali per colpire gli autori di ogni crimine – Chi sono i ricercati di mafia, n’drangheta – camorra – Un’azione congiunta e incessante

La recentissima cattura, a Palermo, del latitante mafioso Matteo Messina Denaro è l’ultima, in ordine di tempo di una serie di importanti operazioni condotte dalle Forze di polizia, nel quadro di un ampio e organico impegno di investigazione e ricerca dei più pericolosi latitanti.
La cattura dei ricercati colpiti da provvedimenti restrittivi per gravi delitti o per reati di tipo mafioso da sempre costituisce una delle sfide più impegnative che le Forze dell’ordine sono quotidianamente chiamate ad affrontare per una molteplicità di motivi tra cui, i più rilevanti, l’omertà e la fitta rete di favoreggiatori di cui godono i catturandi.
La localizzazione, anche in ambito internazionale, richiede spesso il superamento di non lievi difficoltà, determinate, principalmente, dal legame che il latitante mantiene con le organizzazioni di appartenenza, da cui riceve supporto per sfuggire alla giustizia e mantenere la sua posizione nel sodalizio criminale.
Per ottenere più efficaci risultati si è ritenuto necessario costituire un organismo che realizzasse un’attività di raccolta e analisi del patrimonio informativo sui latitanti più pericolosi, da mettere a disposizione delle strutture investigative impegnate nelle ricerche, una struttura a composizione interforze, oggi, denominata Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca dei Latitanti, (G.I.I.R.L.), incardinata presso il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno. Al G.I.I.R.L. è stato affidato il delicato incarico di enucleare degli elenchi dei ricercati di elevato spessore criminale, sia per la gravità dei reati di cui devono rispondere, sia per la posizione che occupano in seno alle organizzazioni criminali.
Nello specifico, il G.I.I.R.L., presieduto dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza – Direttore Centrale della Polizia Criminale, è composto dai rappresentanti dei Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, della Direzione Investigativa Antimafia, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, nonché dell’A.I.S.I. e dell’A.I.S.E.
Al Servizio Analisi Criminale, struttura interforze della Direzione Centrale della Polizia Criminale, sono attribuite le funzioni di impulso delle attività. Il G.I.I.R.L. si occupa di raccogliere e analizzare le informazioni fornite dai suoi componenti istituzionali per stilare, a seguito di un esame condiviso, gli elenchi denominati rispettivamente, a seconda del grado di pericolosità dei soggetti inseriti al loro interno, “Elenco dei latitanti di massima pericolosità del Programma Speciale di Ricerca” ed “Elenco dei latitanti pericolosi”. Questi elenchi vengono aggiornati secondo valutazioni relative allo spessore criminale dei latitanti, che tengano in considerazione specifici criteri di pericolosità quali il perdurare dello stato di latitanza, la gravità dei reati commessi, l’appartenenza ad un sodalizio di particolare rilevanza criminale e la commissione di efferati delitti anche senza appartenere ad alcuna organizzazione criminale.
L’attività del G.I.I.R.L. ha portato, attualmente, all’inserimento negli appositi elenchi di 65 latitanti pericolosi e di 4 latitanti di massima pericolosità. In particolare, nell’” elenco dei latitanti di massima pericolosità del programma speciale di ricerca”, ossia di soggetti ricercati che rivestono un ruolo di vertice nell’ambito di una organizzazione criminale, con responsabilità dirette nella commissione di gravi reati, sono presenti 4 ricercati: uno appartenente a Cosa nostra, Giovanni MOTISI, uno alla Camorra, Renato Cinquegranella, uno alla ‘Ndrangheta, Pasquale Bonavota e uno responsabile di “gravi delitti”, Attilio Cubeddu. L’attività delle Forze di polizia ha permesso di realizzare dal 2010 ad oggi 27 arresti di pericolosi latitanti. Tra costoro va menzionata l’avvenuta cattura di Tegano Giovanni, Pelle Sebastiano, Pelle Francesco, Morabito Rocco, Giorgi Giuseppe, Fazzalari Ernesto, Nirta Francesco, tutti ‘ndranghetisti.
Tra i camorristi, sono stati arrestati Iovine Antonio, Zagaria Michele, Imperiale Raffaele, Di Lauro Marco e Scotti Pasquale. E’ stato arrestato, anche Mesina Graziano, ricercato per aver commesso altri gravi delitti. Tra i mafiosi sono stati catturati Falsone Giuseppe, Messina Geraldino, Arena Giovanni ed infine, lo scorso 16 gennaio, l’indiscusso boss di “cosa nostra”, Messina Denaro Matteo.
Dall’analisi dell’attività del G.I.I.R.L. emerge la continua evoluzione del modus operandi criminale in cui si esprime il crimine organizzato, che evidenzia una straordinaria capacità di adattamento ai mutamenti economici, culturali e politici della società.
Emblematico al riguardo è il ruolo di rilievo assunto dalle donne sia all’interno delle singole compagini criminali, sia nella commissione di gravi reati, tanto da indurre recentemente il G.I.I.R.L. dopo un’accurata attività di monitoraggio realizzata dal Servizio Analisi Criminale, a inserire, per la prima volta, dieci donne nell’elenco dei “latitanti pericolosi”.
Un altro dato di rilievo è costituito dall’incremento del numero di latitanti di nazionalità estera, espressione, sovente, della presenza di organizzazioni criminali composte da cittadini stranieri, della creazione di nuovi sodalizi o del rinsaldarsi di legami preesistenti tra il crimine organizzato italiano e quello internazionale. Ulteriore elemento di interesse è costituito dalla drastica riduzione di inserimenti, pressoché scomparsi negli elenchi, di ricercati per il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, a dimostrazione di come quest’ultima tipologia di delitto non sia più considerata redditizia, rispetto ad altre più attuali, da parte delle organizzazioni criminali.

Stefano Delfini
Dirigente Superiore della Polizia Di Stato
Direttore del Servizio Analisi Criminale