
La neo candidata alla segreteria del PD lancia le sfide: “Diseguaglianze, clima e precarietà” – Una impresa difficile: con Stefano Bonaccini amicizia, lealtà e antagonismo – Partito del Lavoro il nuovo nome? – Il 2023 all’insegna di nuove battaglie politiche a sinistra e a destra? – La saggezza “scaligera” del Presidente Mattarella, tra Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni
“Lei è Giorgia? Io sono Elly, la ribelle”. Sembra il grido veemente della neo candidata alla segreteria del PD. In verità, questa frase, supponente, persino apparentemente ridicola, Elly Schneil non l’ha mai pronunciata. Ma la sua arte oratoria straripante, ferma, convincente, categorica, sembra esprimere proprio quel pensiero: una frecciata contro il neo governo di centro destra guidato da Giorgia Meloni, ma anche un messaggio al secondo partito più importante del Paese, il PD. E non solo. Questo pensiero racchiude e sintetizza una verità universale che soltanto il Terzo Millennio afferma con una forza e una sincerità inoppugnabili: l’Essere Donna.
Dio è Donna, l’anima è Donna, la natura è Madre. Una realtà da sempre autentica, vera, ma sempre nascosta in Occidente e in parte del mondo orientale. Oggi, questo pensiero sembra prevalere su tutto e dominare anche la politica. Era ora.
Elly Schneil è Donna.Triplice cittadinanza, italiana, svizzera e statunitense, nata a Lugano il 4 maggio 1945 dal professore Melvin Schlein, politologo, accademico statunitense e dalla docente di Diritto Comparato, Maria Paola Viviani, laureata in Giurisprudenza con il massimo dei voti e la lode, nipote di Agostino Viviani, senatore del Partito Socialista Italiano, ha vissuto una vita intensa, accanto al fratello Benjamin (1975), matematico; alla sorella Susanna Schlein (1978), Primo Consigliere all’ambasciata italiana ad Atene, che proprio in questi giorni di fine anno ha subito un attentato sulla cui natura criminogena le autorità italiane e greche stanno indagando. Un particolare, questo, in concomitanza con la candidatura di Elly alla segreteria del PD, forse non del tutto casuale.
L’ex vicepresidente della Regione Emilia Romagna, sostenitrice delle capacità politiche del presidente Stefano Bonaccini, nel giro di poche riflessioni, con la recente candidatura, ne è diventata “antagonista in casa del PD”. La carriera politica internazionale di Elly Schneil è costellata da adesioni improvvise e da cambiamenti repentini. Nel 208 e nel 2012 a Chicago sostiene la campagna presidenziale di Barack Obama. In quegli anni, a Bologna diventa sostenitrice dei diritti umani; nel 2013 si schiera contro il PD. Sono i giorni in cui svanisce il sogno di Romano Prodi al Quirinale. Sempre nel 2013 partecipa alle Primarie del PD, nel 2015 si dimette dal Partito democratico contro la “poltica di destra”di Matteo Renzi.
Ma non si ferma. Il suo curriculum vitae si arricchisce: l’11 febbraio 2020 viene nominata vicepresidente della Regione Emilia-Romagna; nel settembre 2020 in totale dissonanza politica con Stefano Bonaccini, si dimette da vice presidente della Regione Emilia Romana; alle recenti elezioni politiche vinte dalla Meloni, viene eletta alla Camera come Indipendente e subito dopo, nel corso di numerose conferenze stampa, annuncia trionfante: “Prendo la tessera del PD e mi candido alla segreteria, ma non in contrapposizione a Bonaccini, con il quale ho avuto una meravigliosa esperienza politica”.
Un vulcano di idee, di progetti politici, di ripensamenti, di giudizi pur sempre leali, nei confronti degli antagonisti politici. Una donna di 37 anni, coraggiosa, che guarda al futuro, facendo tesoro del passato triste della sua famiglia di origini ebraiche. Il nonno paterno era nato a Leopoli, che allora faceva parte dell’Impero austro ungarico, oggi città martoriata dell’Ucraina. Al suo arrivo a Ellis Island (New York) cambiò il cognome originario Schleyen, nell’attuale Schlein.
La Storia con le sue discriminazioni razziali, pesa su tutti, anche su una giovane donna che, come tante altre, non si lascia intimorire, si batte per i suoi ideali e non teme di battersi in nome di ideali nuovi. La coerenza, a volte cecità – diceva qualcuno – è la virtù degli asini.
“Voglio diventare nuova segretaria, facciamolo assieme. Siamo qua – ha detto a Roma – non per creare una nuova corrente. Non ci saranno mai gli schleiniani. Siamo un’onda che deve cambiare questo PD”. E, noi siamo del parere che abbia proprio ragione.
Il problema, però, è come rinnovare il PD. Con l’apporto eventuale e un po’ più in là nel tempo, di Carlo Calenda e Matteo Renzi e come lo stesso Stefano Bonaccini intenderebbe fare; o sbarazzarsi da gruppi parlamentari poco affidabili come vuole Elly Schneil dando voce ai cittadini democratici scelti sul territorio?
“Voglio diventare nuova segretaria – ha ripetuto con ostinazione – ma insieme con voi”. La frase ricorrente diventa un mantra che più colpisce coloro i quali, e non sembrano pochi, sperano ancora nel Partito democratico totalmente rinnovato”. Il modo semplice in cui Elly Schneil pronuncia queste parole, è credibile. “La visione del futuro che parte da noi affronta tre sfide cruciali: diseguaglianze, clima e precarietà. Le destre non ne parlano, è come se vivessero in un altro Paese. Se lo facciamo insieme io ci sono, non mi tiro indietro”. Temi attualissimi, scottanti, condivisi da Bonaccini e dai 5 Stelle. E allora? L’interrogativo si impone. Elly Schneil è in grado di battere ad armi pari Stefano Bonaccini, che gode dei favori di gran parte del PD e che potrebbe godere degli appoggi esterni dei democratici tutt’ora fedeli a Matteo Renzi ed a Carlo Calenda?
Dopo gli abbracci di Natale si tornerà alla lotta politica, ingarbugliata sia a destra che a sinistra. Ed è drammaticamente vero che questo fine anno non darà segni di cambiamenti radicali nello scenario politico italiano, per le ragioni a tutti noi note. La necessaria stabilità politica del Governo, legate fortunatamente ai rapporti con l’UE; le relazioni internazionali da rispettare, a causa degli sconquassi provocati dall’aggressione russa all’Ucraina e dalle incertezze economiche d’ogni genere che gravitano sul Pianeta.
Dal duello politico interno al PD consegue un’altra sfida non meno impegnativa ed estremamente importante per la politica interna ed estera italiana, tesa ragionevolmente a non creare nuove fratture. La situazione in tal senso è estremamente delicata. Non è peregrino ipotizzare che Stefano Bonaccini, sia pur sostenuto dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, esca sconfitto dal congresso costituente del prossimo febbraio e che la vincitrice sia Elly Schlein. Il PD si chiamerà Partito del Lavoro? “Proposta interessante”
Risponde la neo candidata.
Ma è un’ipotesi tutta da verificare, anche perché Bonaccini è un politico di lungo corso, un “capitano di vascello”, e quindi un navigatore che sa farsi rispettare. Ma se per uno “tsunami” improvviso, il candidato alla segreteria del PD naufragasse, ben difficilmente Elly Schlein gli tenderebbe una mano.
Se questa ipotesi si avverasse i due maggiori partiti italiani, Fratelli d’Italia e Partito Democratico sarebbero guidati da due donne, in piena antitesi, decise a far prevalere la loro capacità di reggere l’una, le sorti del Governo; l’altra di rinnovare completamente il Partito Democratico per portarlo a metà legislatura a vincere possibili, nuove elezioni.
In questi pochi giorni si è compreso quanto, pur all’opposizione, la storia avvantaggi la giovanissima Elly Schilen. Sono anni di relazioni internazionali, di battaglie per rivoluzionare la storia dell’Italia del Duemila. Elly Schneil conosce tutti gli espedienti di una politica tesa a preservare i diritti umani senza “infingimenti femministi”, accrescendo semmai i valori sacrosanti della parità di genere, del lavoro, dell’uguaglianza degli esseri umani, dei diritti civili, senza alcuna distinzione etnica. Non per nulla ha già attaccato le prime iniziative del Governo Meloni: “Che ha già dimostrato il suo volto con una manovra contro i poveri”.
E ancora: “Non ce ne facciamo niente di una premier donna che non aiuta le donne, che non ne difende i diritti. Parte una nuova storia che costruisca l’alternativa che merita questo Paese”.
E al PD:“Il modello di sviluppo neoliberista si è dimostrato totalmente insostenibile”. Elly non ha risparmiato neppure Matteo Renzi: “Si ricordi che sono stata eletta in Parlamento con 50 mila preferenze”.
Con questa stessa determinazione ribadita in tutte le interviste, le conferenze stampa, le apparizioni televisive, Elly Schneil si è iscritta nuovamente al Partito Democratico per dar maggior vigore alla sua battaglia di rinnovamento politico.
Il mondo è decisamente cambiato e non da oggi, le DONNE in Europa, in Occidente (l’ultima premier neo eletta è la peruviana Dima Boluarte), sono protagoniste assolute. In politica, nella cultura, nelle scienze, nelle ricerche spaziali, ricercatrici famose in medicina, con incarichi direzionali di grande prestigio. E sono moltissime le donne orgogliose di essere italiane. Le origini hanno ancora una valore!
Nel nostro Paese, l’evento più importante del Duemila è che una donna, indubbiamente, forte, intelligente, desiderosa di affermare le proprie idee (ma speriamo che le modifichi !) sia Giorgia Meloni, la prima della storia ad essere nominata ed eletta Premier. Con la “benedizione”, ineccepibile dal punto di vista costituzionale, del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, unico vero garante del più profondo ideale di democrazia. Un presidente che non perde occasione, in Italia e all’estero per pronunciare concetti chiari su ciò che si deve intendere dei diritti umani e civili.
Ecco perché, in fondo siamo fiduciosi che la saggezza di Mattarella plachi le ansie di coloro che vorrebbero gettare il cuore oltre l’ostacolo. Oggi gesto del Presidente sembra essere ponderato con quella lungimiranza politica grazie alla quale è apprezzato in tutto il mondo. Lo si è visto anche nei lunghi applausi che l’hanno accolto alla Scala per la Prima del “Boris Godunov” di Musorgskij alla quale hanno preso parte per la prima volta, Giorgia Meloni (festante ed emozionata) e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea. Anche in questo l’ago della bilancia è stato Mattarella: due Donne, due visioni diverse di far politica, ma – forse – desiderose di convivere, senza far scintille.
Armando Caruso