SCIENZATECNOLOGIA

MISSIONE ARTEMIS: ORION DANZA CON LA LUNA. NELLO SPAZIO RISORSE PER UNA NUOVA UMANITA’

By 23/11/2022No Comments

Non a caso, la dea della caccia era la gemella di Apollo – La strabiliante impresa del colossale razzo il 16 novembre ammarrerà nel Pacifico l’11 dicembre – La preziosa partecipazione di Europa e Italia – Adamo ed Eva futura coppia marziana o lunare

Artemis, dea della caccia e della Luna, non a caso, gemella di Apollo, ci ricorda l’allunaggio di 50 anni fa. La mitologia greca anche negli States è apprezzatissima ed a cui si fa richiamo soprattutto nella ricerca spaziale. Così la missione oltre la luna non poteva che chiamarsi Artemis. Il razzo che sì è involato, dopo la mancata partenza del 29 agosto, il 16 novembre alle 7,47 (ora italiana), si è staccato dalla rampa del Kennedy Space Center ed è in volo ad un’altezza di 450 mila km. Artemis in missione è una leggiadra fanciulla leggera come una piuma, dai capelli biondi e dagli occhi azzurri, ma il razzo SLS, (Space Launch System), è un colosso alto 98 metri fatto di materiali speciali che sopportano tremende temperature, che contiene a bordo la capsula Orion (con un equipaggio di fantocci elettronici d’intelligenza artificiale, che hanno sostituito uomini e donne. Almeno in questa prima missione, Artemis vola senza esseri umani, ma nel nome delle donne. Nella seconda e nella terza missione, anche le donne saranno a bordo. Il che ci fa immenso piacere.
Non si pensi che la Missione Artemis sia un viaggio lineare. Orion, al momento del distacco, ha delineato una serie di orbite, più o meno ampie, una sorta di slalom, tredici per la precisione, tra la Terra e la Luna, predisponendo così un’ampia corsia, più comoda e sicura per Artemis II.
Tutto questo, si pensi, fino all’11 dicembre, dopo ben 25 giorni, allorché Orion ammarrerà nell’Oceano Pacifico ed avrà disegnato le orbite che nel 2024 porteranno oltre la luna, terrestri dai ambo i sessi. E sarà allora un ulteriore trionfo. Scienza e tecnologia volano oltre ogni limite del nostro limitato pensiero. Orion, compirà evoluzioni spaziali di grandissimo interesse per le osservazioni che riuscirà a fotografare, per ciò che osserverà ad ogni infinitesimo di secondo.
In questi giorni Orion, che rappresenta uno dei momenti più elevati del pensiero spaziale europeo e italiano, è stato protagonista di perfomances strabilianti: si è abbassato fino a 100 mila km di altezza, ha acceso i suoi potenti motori per entrare nell’orbita lunare. E qui sta il bello per noi profani d’ogni diavoleria ingegneristica: perché per Orion è cominciata la controdanza;
ha iniziato a ruotare in senso inverso rispetto alla rotazione lunare, quasi fosse una danza galante. In termini tecnici la chiamano “orbita retrograda distante”(brutta espressione per chi riesce ad esprimere tanta fantasia) e si è mantenuta a 64 km. dalla luna ad un’altezza di 400 km.
Il rientro dallo storico lancio senza equipaggio è dunque previsto per 11 dicembre: ci sarà quindi tutto il tempo per assaporare questo momento trasmesso da tutte le tv internazionali. Il vanto dell’Italia e dell’Europa è palpabile e lusinghiero, anche perché prepara la Mission Artemis 2 e la terza missione che, nel 2024,
concluderà l’iniziale percorso storico.
In questi cinquant’anni, come dire, l’ingegneria spaziale ha fatto, step by step, “passi da gigante”, per usare una espressione più che mai banale. Se l’Apollo allora, era alimentato da batterie e celle a combustibile (fuel cell), l’Orion, costruito dalla Nasa, trae la massima energia dai pannelli solari, merito indubbio dell’ESA, il cui modulo ha fornito elettricità, acqua, ossigeno e azoto alla capsula oltre a mantenerne la temperatura e la traiettoria indispensabile a dare la spinta propulsiva verso la Luna e per il rientro a Terra.
Il problema basilare delle batterie che avvilisce nel nostro pianeta tutte le industrie assoggettate a criteri energetici tradizionali, dimostrata dall’affannosa ricerca di soluzioni tardive, l’industria spaziale, l’ha risolto con l’applicazione non più avveniristica dell’energia alternativa che ci porta a pensieri alati e lunari.
Quale ruolo nella platea mondiale avrà l’Italia? Si presuppone che Samantha Cristoforetti, ormai consacrata Comandante, possa capitanare una di queste missioni e chissà che non le capiti di calpestare delicatamente il suolo lunare, novella cantatrice della futura poetica spaziale.
Ma ci piace considerare che i problemi da porre in essere nel futuro, ormai non troppo lontano, non saranno più i privilegi della donna sull’uomo in questa straordinaria corsa allo spazio, ma il lavoro dell’una accanto all’altro. Insieme.
La Terra, ormai popolata da otto miliardi di essere umani di tutte le etnie, dove ancora l’emigrazione viene paventata come una epidemia da bloccare alle frontiere, grazie alla lungimiranza di eccellenti scienziati, ingegneri, astrofisici, matematici, medici di grande cuore e intelletto, dovrà cercare ossigeno e acqua, nuove forme di vita, nello Spazio che ci circonda. Ed allora, forse allora, una futura coppia, Adamo ed Eva “marziana o lunare” che sia, proverà a dare un senso ad una nuova Umanità.

ar.ca.