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MODA ITALIANA, INCERTO IL 2023. LA RINASCITA DA MIDDLE EAST E USA

By 24/03/2023No Comments

Antonella Mansi, Presidente del Centro di Firenze analizza problemi e prospettive del Made in Italy – Trovare nuove opportunità di cambiamento – Discontinuità nei rifornimenti e sostenibilità – Un tema cruciale: la formazione

Abbiamo appena fatto i primi passi nel 2023. Nuovo anno, stessi toni, identiche criticità e una certezza: quello che stiamo vivendo non è un semplice momento di passaggio.
La filiera della moda, proprio come molti altri settori del made in Italy di eccellenza, sta attraversando una trasformazione epocale e i prossimi dodici mesi saranno cruciali. Sicuramente contrassegnati da venti contrari, ma non per questo privi di prospettiva.
La scorsa estate è stata uno spartiacque tra un periodo di sostanziale ripresa e uno in cui la crescita ha iniziato a rallentare contribuendo a disegnare un futuro di previsioni al ribasso. Era dall’inizio del 2021 che il settore moda stava vivendo momenti di ripresa, nonostante i colpi di coda della pandemia, l’invasione dell’Ucraina e la crisi energetica. Poi, come è noto, nessuno è stato risparmiato dall’andamento economico recessivo. E ora l’inflazione, che ha già inciso pesantemente sui consumi, incombe sul futuro delle nostre aziende. In particolare su quelle medio-piccole. Unica eccezione, infatti, il settore del lusso, che non ha mai smesso di crescere e continuerà a farlo.
Questo il quadro generale che getta luci e ombre sui prossimi mesi, ma che impone all’industria manifatturiera di agire con una precisa volontà: trovare nuove opportunità nel cambiamento. A partire dai mercati di riferimento: se Cina e Russia non garantiscono più le performance di un tempo, altre aree, come il Middle East e gli Usa, in questo momento mostrano invece un forte potenziale.
E se la rottura della supply chain mette a rischio le forniture, sempre di più dovremmo ripensare la logistica: il nearshoring non è più un trend ma una necessità per affrontare il problema della discontinuità delle forniture e, non ultimo, il tema della sostenibilità. Siamo immersi in un contesto globale in cui i comportamenti dei consumatori sono mutati, divenendo più attenti e consapevoli.
La sensibilità verso tematiche green, come il riuso e risparmio delle risorse, sta già cambiando lo scenario e mettendo in evidenza nuove esigenze, non solo in fatto di stile, come dimostrano le proposte di questo Pitti Uomo, sempre più eco-responsabili, agender e proiettate in avanti.
Le sfide sono molte. Serve un ripensamento sostanziale della filiera attraverso una revisione globale delle strategie di produzione e distribuzione, di digitalizzazione e comunicazione. Per farlo occorre valorizzare i talenti, trasferire il know how e creare le competenze giuste per gestire il cambiamento.
Vengo dunque a un tema cruciale per il Centro di Firenze per la Moda Italiana: la formazione. È indispensabile continuare a investire nelle competenze e a valorizzare i talenti, trasferire alle nuove generazioni il saper fare, che nella nostra Toscana non è solo un fattore storico e identitario, ma una fondamentale leva di competitività.
Se mancano le skill giuste è più facile perdere opportunità. E non esiste momento migliore di questo incerto 2023 per rinnovare un dialogo tra il mondo manifatturiero e quello delle scuole, che abbia come obiettivo quello di individuare e percorrere sinergicamente nuove traiettorie di sviluppo.

Antonella Mansi