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Nella partita a scacchi con la morte il patriarca Kirill “diavolo” in terra

By 20/04/2022Aprile 26th, 2022No Comments

Il Cremlino di Putin mira all’espansione della Russia. Il valore dei “suoi” confini – L’economia globale ora è in mano a Cina, allo “zar del Duemila” e agli Stati Uniti – Guerra oltre il 2022?

Questa disumana “partita a scacchi con la morte” provoca lo sterminio di essere innocenti, minaccia di fare esplodere nuovi bagliori nucleari, ideati e perfezionati dalle intelligenze più acute e usate con cinismo ributtante dai potenti, crea nell’umanità disorientamento, un senso sempre più diffuso di paura, di irrimediabile sfiducia nell’Uomo. Un senso di sfiducia a volte inconsapevole, come se gli esseri umani, intelligenti per definizione, avessero smarrito il senso della loro sensibilità, della loro anima e fossero vittime di se stessi, di una lucida follia.
Una “malattia” per la quale nessun ricercatore dell’Est, dell’Europa, dell’Ovest è in grado di trovare la giusta terapia. Peggio: si ha la sensazione che si insegua con affanno, ogni congegno infernale per rendere sempre più terribile l’instabile confronto tra due emisferi, Est e Ovest, appunto, mentre l’Europa che è riuscita a non movimentare dissapori né guerre, sembra essere, oggi, un fragile interlocutore attaccato alla…canna del gas. Uno scenario che, tra guerra, minacce nucleari, carenza di cibo e prezzi alle stelle, prefigura tempeste politiche, ulteriori aggressioni, scontro tra potenze dettate da economie che prevalgono sulla povertà e rendono questo pianeta ancor più fragile. Uno scenario che gli analisti di geopolitica più esperti, cercano di spiegare ai popoli creando ancor più confusione e incertezze.
Nessuno si illuda di trovare nelle loro parole espresse nei sempre più affollati talk show televisivi, spiragli di speranza, di tregua: Le aggressioni anche verbali, le minacce, la violenza sono un lessico triviale in sé, ancorché espresso con l’eleganza di chi indossa giacca e cravatta, tesa a nascondere la sua vera natura.
In questo nefasto periodo di violenta contrapposizione verbale, tremendo nella guerra e nelle impossibili giustificazioni che ne conseguono, non si vive più: si corre, si sbanda, ci si avvilisce ogni giorno, dando per scontato, comprensibile, tutto ciò che scontato e comprensibile non è.
In questo bailame mondiale di voci, frastuoni, esplosioni, immagini vere o false che ci piovono addosso a tutte le ore del giorno e della notte, dalle tv di Stato, dalle tv private, telefonini, social, rendono nevrotiche le popolazioni di ogni Paese. Popoli che sembrano sciami di formiche impazzite alla ricerca di luoghi sicuri. Quali ?
L’intelligenza artificiale, che come tutte le grandi scoperte dell’intelletto umano, è meravigliosa, perché creata da uomini e donne che lavorano con grande impegno nella ricerca, finisce in mano a uomini potenti che governano il pianeta e le utilizzano come armi di distruzione. E non si tratta soltanto di armi pesanti, nucleari, che pesano miliardi sull’economia del mondo, ma anche armi chimiche costruite in laboratorio, sempre più micidiali, che si trasmettono con un’impressionante velocità e insidiano la Natura stessa.
Appare sempre più ragionevole pensare – direi che ormai gli esperti ne sono convinti – che la colpa di questa autodistruzione, di questa viltà collettiva sia quella sete di potere che ha inventato la globalizzazione dell’economia; una globalizzazione spietata che ha distrutto anche il “dio denaro”, così si chiamava fino a qualche anno fa. Oggi l’economia globalizzata continua a nascondersi (forse non per molto tempo) dietro il “nobile velo” della nomenclatura che – se si vuole banalizzare – si declina così: bancomat, carta di credito, carta di debito, Bitcoin, deflazione, anziché inflazione galoppante. Congegni infernali d’una economia che in questo contesto sembrano “comodità per vivere meglio”, tecnicamente ingegnosi, ma che, al contrario, continuano ad esaltare maleficamente la civiltà del… benessere. E la serpe non ha finito di distruggere le popolazioni più deboli finché queste, per sfamarsi, non ritrovino lo strumento antico del baratto.
Quanti sforzi sovraumani ha fatto l’Umanità, quante energie di intelligenza, di volontà, di voglia di successo ha compiuto nella storia e quanti trattati di filosofia, di psicologia, di pedagogia ha scritto per migliorare la propria condizione, per dare vita a nuove scoperte, per innalzarsi nello spazio ed esplorare gli abissi degli oceani, quanta archeologia storica ci ha ridato il nostro passato. Perché tanta intelligenza è stata esaltata, se oggi dopo i primi venti anni del terzo millennio il nostro affascinante pianeta si ritrova diviso in due parti fortemente contrapposti: Est e Ovest?
E’ difficile analizzare la mente di noi, esseri normali; si immagini quanto sia difficile scrutare il vuoto nella mente dei cosiddetti potenti. Il mondo e più che mai diviso. Una frattura forse insanabile, che supera ogni ideologia, in cui l’estrema contrapposizione, si basa su un concetto folle e assertivo: i confini geopolitici d’una nazione possono estendersi oltre i confini di altre nazioni, senza che queste abbiano il diritto di opporsi all’invasione.
La parola d’ordine è espandersi oltre ogni confine. Punto e basta. Con una forma di imperialismo basato sulla minaccia nucleare, mentre si continuano a calpestare i diritti umani, uccidendo, devastando città, secoli di storia, arte, cultura negando i più elementari principi di economia di mercato. Su tutto predomina il ricatto: la battaglia per il gas e per il mais, preziosi beni primari prodotti da Russia e Ucraina, che, sia pur per ragioni diverse, provocano battaglie quotidiane, guai planetari al pari di ciò che è successo in Medio Oriente.
Non è questa la lezione che ci è stata consegnata dalla seconda guerra mondiale. Allora, i vincitori hanno imposto l’armistizio e quindi la Pace. Settant’anni di tranquillità e benessere dopo le atrocità naziste e fasciste, scaturite dalla Carta delle Nazioni Unite sottoscritta il 24 ottobre 2015 “deputata a mantenere la pace e la sicurezza internazionale ed a risolvere pacificamente i conflitti, promuovere il rispetto dei diritti umani e lo sviluppo sostenibile”.
Dal 2022 in avanti non sarà più così: gli equilibri mondiali si sono spezzati. I potenti che hanno inventato l’economia globalizzata, oggi sono in possesso della macroeconomia globalizzata divisa tra Cina, Russia e Stati Uniti. Con una differenza sostanziale, che Stati Uniti devono controllare la politica interna più di quanto debba fare Putin, mentre la Cina con la cautela che la distingue, sta sulla sponda del fiume… in attesa degli eventi.
Intanto due mesi di guerra hanno provocato un massacro di uomini, donne e bambini e continue fughe dalla guerra, mentre le città ucraine si svuotano. Soltanto una voce di grande nobiltà d’animo e senso della fede si eleva sulle altre. Quella di Papa Bergoglio, che con francescana umiltà invoca la clemenza, l’amore tra fratelli e sorelle, si indigna e grida parole durissime contro gli aggressori russi”.
“Si stringano le mani almeno per la Santa Pasqua” ha detto il Papa durante la Via Crucis al Colosseo per il Venerdì Santo. Mentre Kirill, “Capo della religione ortodossa di tutte le Russie” si schiera a favore dell’aggressione all’Ucraina, infrangendo la vigile fratellanza con la Chiesa ortodossa ucraina, indipendente dal 2019, ma che annovera alcune parrocchie fedeli alla chiesa russa.
Un pasticcio storico religioso in salsa russa, in cui la fede di Kirill è un diavolo in terra, il cattivo consigliere che si adegua con nonchalance alla spietata legge di Putin, “zar del Duemila”. Il quale non mira soltanto alla conquista dell’Ucraina, né si cura se l’ammiraglia della sua flotta navale affonda per le esplosioni (dovute, pare, ai missili ucraini, ma la questione come sempre è controversa) fa capire con estrema spavalderia che potrebbe invadere nazioni strategiche del nord Europa: Svezia (da duecento anni neutrale), Finlandia e Norvegia, che ambiscono in piena legittimità ad entrare nella Nato. E sarebbe questo il vero disastro nucleare, che andrebbe ben oltre il 2022.

Armando Caruso

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