
Dopo il primo caso scoperto nell’Alessandrino l’immediato risarcimento agli allevatori, i cui capi di bestiame sono stati decimati – Conferma: nessun pericolo, per gli esseri umani
È dall’inizio del 2022 che anche l’Italia si trova a combattere contro la peste suina africana (PSA), dopo il primo caso accertato di un cinghiale trovato morto in provincia di Alessandria. La PSA è una malattia virale altamente contagiosa propria dei suini e dei cinghiali selvatici e che nella maggior parte dei casi risulta letale per questi animali. Per fortuna non è trasmissibile alle persone.
I sintomi tipici della malattia sono febbre, perdita di appetito, debolezze ed emorragie e, in alcuni casi, anche morte improvvisa. Purtroppo, non esiste ancora un vaccino in grado di contrastarla e nessuna cura sembra poterla combattere; per tali motivi la PSA è un problema rilevante sotto l’aspetto socio-economico dei Paesi in cui si diffonde.
La trasmissione della peste suina avviene per contatto con animali infetti (anche tra suini e cinghiali selvatici), per ingestione di carni e prodotti di animali infetti, per punture di zecche infette. Non essendoci una cura che possa contrastare tale epidemia, l’unica soluzione è l’abbattimento dei capi malati con conseguente danno economico per tutti gli allevatori.
La Regione Piemonte si è subito attivata per arginare questa epidemia. A fine gennaio ha emesso le prime ordinanze e ha anticipato ben 3 milioni di euro per risarcire gli allevatori costretti ad abbattere suini sani, ma che si trovavano all’interno della zona rossa formata dopo il ritrovamento dei primi animali morti. Ad aprile anche il Governo Centrale è intervenuto stanziando i primi 10 milioni di euro, che serviranno principalmente a creare una rete di contenimento tale da bloccare il passaggio dei cinghiali infetti dell’area rossa verso le zone non contaminate, e a rimborsare le aziende colpite.
In Piemonte sono stati colpiti ben 103 allevamenti che hanno dovuto procedere alla macellazione di tutti i suini e, allo stato attuale, mancano ancora da abbattere circa 6.000 animali che sono presenti nella zona infetta. In questi giorni in località Abasse di Ponzone (Alessandria) è avvenuta la posa del primo tratto della rete di contenimento, che interesserà ben 10 chilometri di territorio regionale. Il neocommissario straordinario interregionale per la prevenzione e il contenimento della PSA, Angelo Ferrari, ha spiegato che prima dell’autunno del 2023 non sarà possibile certificare l’eradicazione della peste suina; infatti, deve necessariamente passare un anno dal ritrovamento dell’ultima carcassa infetta. È per questo che la Regione si è mossa con tempestività, in quanto il Piemonte conta più di 1,3 milioni di suini e l’eventuale trasmissione della malattia comporterebbe un ingente danno agli allevamenti suinicoli e alla conseguente commercializzazione dei prodotti derivati.
In totale il Governo ha stanziato 50 milioni di euro così suddivisi: 10 per le reti di recinzione, 25 per i ristori e 15 per la biosicurezza delle aziende. Due sono le principali azioni in essere in Piemonte: contenere la diffusione del virus e ridurre il numero dei cinghiali; azioni che devono essere portate a termine nei tempi più brevi possibili proprio per contenere i danni economici.
Antonella Formisano