
Cerimonia a Palazzo Madama tra i sindaci Ahmed Aboutaleb e Stefano Lo Russo – L’edizione n. 66 torna in Italia dopo 31 anni – Maneskin e organizzazione artefici della vittoria
La cerimonia che si è svolta a Palazzo Madama, con il passaggio di testimone tra il sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb e il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, apre ufficialmente la primavera torinese – le prime due serate dell’Eurovision Song Contest. Grazie alla vittoria dei Maneskin, lo scorso anno nella città olandese, la sfida musicale internazionale più importante, seguita in tv da oltre 200 milioni di spettatori, è approdata in Italia dopo 31 anni: Torino, grazie alla qualità delle sue strutture, si è aggiudicata la sede battendo Milano, Bologna, Pesaro, Rimini e nella prima metà di maggio accoglierà il 66° Eurovision Song Contest. A Palazzo Madama, con un’estrazione a sorte, si è decisa anche la composizione del cartellone delle prime due serate, il 10 e il 12 maggio, che vedranno 36 Paesi competere in due semifinali. A questi si aggiungeranno anche i Big Five: Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, il cui accesso alla finale del 14 maggio è diretto.
La città sta procedendo nell’organizzazione dell’evento, mentre è scattata da tempo la corsa alle prenotazioni con i prezzi schizzati alle stelle. Difficile in questo momento della pandemia tentare bilanci certi tra opzioni e disdette, ma l’ottimismo prevale. Basti pensare che solo per le delegazioni dei Paesi in competizione sono già state prenotate duemila camere al giorno per due settimane.
Nei giorni scorsi la Giunta comunale – su proposta dell’assessore con delega al Turismo e Grandi eventi, Domenico Carretta – ha varato una delibera con cui vengono approvati i progetti per l’allestimento e il noleggio di strutture temporanee all’interno e all’esterno del Pala Olimpico, in piazza d’Armi: le due tensostrutture esterne ospiteranno il Centro media e gli spazi di accoglienza e di servizio per le 41 delegazioni. In particolare, nelle aree adiacenti lo Stadio Olimpico e il Pala Olimpico, verrà allestita una struttura di tremila metri quadrati per le delegazioni e gli sponsor, completa di sale riunioni, area make up, camerini e altri spazi di servizio, mentre all’interno dell’area verde di fronte al Pala Olimpico sarà creato un Press center – sono attesi circa 1500 giornalisti – di cinquemila metri con work area, salone per le conferenze stampa, studio fotografico, uffici. Il cantiere per tutte queste opere partirà entro metà marzo, l’obbligo di ripristino dell’area verde al termine della manifestazione è garantito dalla Città. All’interno, il cantiere del palco dovrebbe essere attivo il primo giorno di primavera ed essere completato venti giorni dopo. Il palco principale sarà composto da 7 piattaforme concentriche mobili con scorrimento di 180 gradi in entrambe le direzioni, il diametro sarà di 19 metri e l’altezza di 9. L’altra “casa” dell’Eurovision sarà piazza Castello, dove verrà montato un palco con due torri layer. Intorno, quindici strutture formeranno l’Eurovillage, altre costituiranno il backstage, con i servizi e gli uffici necessari.
L’Eurovision sarà un’occasione straordinaria per il comparto turistico torinese – nelle ultime edizioni sono stati almeno ventimila i visitatori collegabili all’evento – per il commercio, i servizi tecnici. Ma sarà anche una vetrina che potrà portare frutti importanti nel corso del tempo, visti i grandi numeri di telespettatori che seguiranno la kermesse.
Per questo è in corso lo studio per una campagna promozionale ad ampio raggio finalizzata a concentrare il massimo di attenzione sulla città ed i suoi motivi di interesse e si lavora alla programmazione di dieci giorni di eventi che accompagnino al debutto della manifestazione vera e propria.
Certo, resta l’incognita Covid, ma l’obiettivo dello sforzo corale è di coniugare lo svolgimento della manifestazione con la sicurezza anti contagio. Ne ragioneranno sicuramente anche le due delegazioni, olandese ed italiana, nel corso della cerimonia e del pranzo di gala, presenti le rappresentanze diplomatiche, quelle della Rai e dell’European Broadcasting Union.
M.T.M.