
La presidente dell’associazione omonima, Ornella Badery: “Come tutelare la salute dei ghiacciai e sensibilizzare l’opinione pubblica” – Gli studi attorno al Monte Rosa, Cervino, Gran Paradiso e Monte Bianco – Le mostre
L’estate 2022 ha messo in evidenza in maniera ancor più drammatica e palese quanto da anni scienziati e studiosi hanno a più riprese evidenziato: le conseguenze del cambiamento climatico rischiano di produrre effetti incontrovertibili sul Pianeta, tali da mettere a rischio l’esistenza stessa della specie umana. Un’affermazione certamente molto forte, ma ribadita da più parti in questo periodo segnato da uno sconvolgimento del clima – con temperature record e prolungata siccità – di cui abbiamo tutti percezione diretta.
Per comprendere uno degli aspetti di questo pericoloso processo in atto, nel 2020 il Forte di Bard ha dato vita al progetto Save the glacier, che raggruppa le iniziative di sensibilizzazione sul tema della tutela ambientale, attività divulgative legate ai cambiamenti climatici, azioni concrete di abbattimento dei costi energetici della fortezza e di promozione di forme di mobilità sostenibili. Lo sforzo legato alla divulgazione, unendo ricerca scientifica e percorsi di valorizzazione del patrimonio fotografico, ha portato nel 2022 alla realizzazione di ben tre progetti espositivi che sull’onda della crescente attenzione mediatica sullo stato di salute dei ghiacciai, stanno riscuotendo grande interesse.
La missione di Save The Glacier è proprio quella di sensibilizzare il pubblico su temi diventati ormai un’emergenza quotidiana e avviare al tempo stesso azioni rispettose dell’ambiente e dell’uomo. A partire da l’Adieu des glaciers, un progetto di ricerca fotografica e scientifica che racconta e contemporaneamente monitora alcuni tra i principali ghiacciai alpini e le loro variazioni. Il progetto propone un viaggio iconografico e scientifico tra i ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d’Aosta per raccontare la storia delle loro trasformazioni. L’iniziativa si traduce in un lavoro di studio attorno al Monte Rosa, al Cervino, al Gran Paradiso e al Monte Bianco e si sviluppa nell’arco di quattro anni, uno per ciascuna realtà fisica e culturale connotativa della regione alpina. Dopo aver toccato il Monte Rosa e il Cervino, nel 2022 il focus è dedicato al Gran Paradiso; nel 2023 il viaggio di conoscenza ed indagine toccherà il Monte Bianco.
La mostra Il Gran Paradiso: ricerca fotografica e scientifica curata da Michele Freppaz e Enrico Peyrot valorizza un importante patrimonio fotografico connotato dalla secolarizzata vocazione naturalistica del Gran Paradiso, che ha rivelato la convivenza di creazioni formalmente contemplative della natura e la fotografia scientifico-documentale condotta nell’ambito dello studio e della gestione del molteplice patrimonio naturale. Le indagini sono state condotte presso archivi pubblici, associazioni e privati in ambito valdostano e piemontese.
Un paradiso fotografico che abbraccia le valli di Cogne, Valsavarenche, Valle di Rhêmes e Valgrisenche nel quale immergersi e smarrirsi tra stampe originali e fine art. Immagini affiancate dai preziosi contributi offerti dalla ricerca scientifica da parte di numerosi enti ed istituti che delineano, anche in questo caso, il drammatico ritiro dei ghiacciai di casa nostra.
In questo filone di indagine sul clima che cambia, si sono inseriti altri due progetti. Umberto Mònterin, di ghiaccio di sabbia è la mostra allestita sino al 4 dicembre nella sezione del Museo delle Alpi dedicata alle attività espositive temporanee. Il gressonaro Umberto Mònterin, noto anche come lo scienziato alpinista, è stato uno dei pionieri della climatologia in Italia e ha dedicato tutta la sua vita allo studio della montagna, concentrandosi in modo particolare sui fenomeni meteorologici che caratterizzano l’alta quota e i ghiacciai.
Grazie alla collaborazione di diversi enti e dei nipoti, Umberto e Marta Mònterin che hanno concesso l’accesso agli archivi fotografici di famiglia e la disponibilità di strumenti scientifici, la mostra presenta una selezione di fotografie e documenti di grande fascino ed importanza. Le lastre fotografiche realizzate da Mònterin ai primi del ‘900 hanno rivelato la sua capacità di unire la qualità fotografica con la necessità di cogliere aspetti della natura funzionali alla sua ricerca. Le immagini anche in questo caso selezionate dal fotografo Enrico Peyrot e dal curatore scientifico Michele Freppaz, hanno messo nella giusta luce le attività condotte in campo glaciologico e climatologico dallo scienziato.
Altro tassetto del progetto Save the Glacier è rappresentato dalla mostra Earth’s memory, i ghiacciai testimoni del cambiamento climatico, visitabile sino al 18 novembre prossimo. L’esposizione presenta in anteprima mondiale i risultati del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai”, il viaggio fotografico-scientifico ideato e diretto dal fotografo Fabiano Ventura. Un percorso lungo 13 anni, nato per documentare e mostrare gli sconvolgenti effetti dei cambiamenti climatici sul pianeta. Dal 2009 al 2021 Ventura, insieme ad un team di registi e ricercatori, ha condotto 8 spedizioni sui maggiori ghiacciai montani della Terra: Karakorum (2009), Caucaso (2011), Alaska (2013), Ande (2016), Himalaya (2018) e Alpi (2019-2020-2021) per raccontare e documentare gli effetti del clima che cambia.
Un’offerta culturale ricca ed articolata quella del Forte di Bard, che propone innumerevoli spunti di riflessione per riflettere sull’importanza che si deve alla tutela dell’ambiente che ci circonda, di cui siamo parte indissolubile. Un impegno che il Forte rinnova per il futuro, con inediti ed interessanti tragitti da percorrere insieme.
Ornella Badery