CULTURA

SI AGGRAVA IL DISAGIO NELLA SCUOLA. GLI STUDENTI GRIDANO LA LORO SFIDUCIA

By 24/05/2023No Comments

Al “Berchet”, dall’inizio dell’anno 56 studenti hanno lasciato l’istituto e la fuga è destinata ad aumentare – “Non vogliamo studiare meno, ma studiare bene” – La ribellione da Nord a Sud – L’unica forma di ribellione è l’occupazione – L’indagine europea: gli studenti italiani i piu’ stressati

Mancano poche settimane alla fine di questo anno scolastico e l’immagine della scuola italiana che viene fuori dai ragazzi delle Superiori è purtroppo sconsolante e pessimista.
Gli ultimi a gridare il proprio disagio, anche a nome di chi non ha espresso il proprio malessere, sono gli studenti del Liceo Berchet di Milano, che hanno inviato al Corriere della Sera una lettera aperta “per solidarietà verso tutti quei ragazzi di altre scuole che sentono di essere in difficoltà”.
Dall’inizio dell’anno nel solo Liceo Berchet sono cinquantasei gli alunni che hanno deciso di lasciare l’istituto, perché sottoposti ad uno stress eccessivo, emotivamente e psicologicamente difficile da gestire. Come hanno sottolineato i rappresentanti nel loro manifesto, la fuga dal Liceo non è conseguenza di mancanza di impegno e studio, ma sintomo di un profondo disagio e, contemporaneamente, ricerca di attenzione per dar voce alla fragilità che “può caratterizzare un percorso di studio o un tratto di esso, come un ordinario passaggio di vita”.
Gli studenti ribadiscono: “non vogliamo studiare meno, ma vogliamo studiare meglio,
in un ambiente sereno e fertile, in cui lo studente non si senta alienato, ma riconosciuto nelle proprie specificità. Abbiamo ragione di credere che il nostro disagio non sia una condizione isolata. Questa lettera vuole essere un messaggio di solidarietà verso tutti quei ragazzi di altre scuole che si sentono in difficoltà”.
A questo appello hanno risposto più scuole d’Italia; da Nord al Sud questa lettera è stata sottoscritta da altri studenti che si trovano o si sono trovati nella stessa situazione. Il malessere scolastico è emerso in maniera predominante in un sondaggio condotto dal Collettivo Manzoni Antagonista del Liceo linguistico Manzoni di Milano; sondaggio a cui hanno risposto 652 studenti su 1200 e che ha evidenziato come 7 studenti su 10 ha spesso o qualche volta crisi di pianto, mentre il 16% dichiara di averli sempre, e la causa è da ricercare proprio nella pressione scolastica. Inoltre, un ragazzo su due non si sente valorizzato dal corpo docente e per il 50% il proprio benessere mentale è legato alla scuola. Più della metà dei giovani si sente giudicato solo in base ai voti e messo sotto pressione per ottenere risultati eccellenti. Anche gli studenti del Manzoni hanno affidato ad un manifesto il proprio disagio, sottolineando come .
Purtroppo questa situazione è comune a tantissimi licei italiani, i cui studenti da inizio anno denunciano le stesse problematiche e lo stesso disagio, manifestandolo anche attraverso l’occupazione della propria scuola, come è successo a novembre al Liceo Tasso di Roma, in cui in una lettera con la quale si spiegavano le motivazioni dell’occupazione, è emerso lo sconforto di questi ragazzi per una scuola che non si sofferma sulle fragilità e sofferenze dei propri studenti, mancando del tutto di empatia.
Tale condizione è stata ben fotografata da un sondaggio promosso dal media brand Scuola Zoo con Unicredit Fondation, che ha visto coinvolti i giovani delle Scuole Secondarie di II grado di tutta Italia tra i 14 e i 18 anni, in cui si analizzava proprio il rapporto tra studenti e scuola. I risultati per l’attuale sistema scolastico sono veramente scoraggianti: il 92% degli studenti si ritiene poco o per nulla soddisfatto del sistema scolastico attuale, mentre il 74,30% ha seriamente considerato di abbandonare gli studi dopo la scuola dell’obbligo.
È lo stesso quadro dipinto dalla ricerca “Scuola e Stress” condotta dall’Unione degli Studenti su un campione di 3600 ragazzi, che evidenzia come il 90% è la percentuale di coloro che soffrono di ansia in vista di interrogazioni e prove scritte; l’83% dei ragazzi dichiara che la valutazione ottenuta determina lo stato d’animo per il resto della giornata; 4 studenti su 5 si sentono giudicati, anche personalmente, dopo un riscontro didattico negativo; il 63% è la quota di chi ha effettivamente manifestato un attacco di ansia prima di una prova orale o di un compito in classe; il 57,7% rappresenta coloro che provano un senso di ansia riguardo la scuola in generale.
Non ci deve meravigliare, pertanto, il rapporto quadriennale sulla Salute e il Benessere degli adolescenti europei tra gli 11 ed i 15 anni condotto dall’Oms, in cui emerge che gli studenti italiani risultano i meno soddisfatti d’Europa e tra i più stressati dalla scuola. Già dalle medie il rapporto tra gli studenti italiani e la scuola si fa difficile; ma è alle superiori che il 92% dei ragazzi e il 90% delle ragazze dichiara di non amare la scuola a causa della pressione scolastica dovuta a compiti, interrogazioni e rapporto con i professori. Tutto questo stress, inoltre, si ripercuote sulla salute anche fisica dei ragazzi, che manifestano il proprio disagio somatizzandolo attraverso mal di testa, dolori addominali, mal di schiena, nervosismo e tristezza. La maggior parte degli studenti italiani sviluppano nel corso della loro formazione ansia da prestazione, dovuta ad un ambiente scolastico più attento ai voti che alla persona.
Ed è proprio il sistema dei voti che è messo in discussione da più parti, non solo dai ragazzi, ma anche da alcuni istituti scolastici, come il Liceo Morgagni di Roma, che da alcuni anni ha eliminato tale sistema ed han introdotto una valutazione che riprende il modello delle scuole nord-europee. La stessa dirigente del Liceo Passoni di Torino, intervistata dal Corriere della Sera, ha ribadito la necessità di ripensare tale sistema, puntando invece a motivare ed appassionare i ragazzi, attraverso la comprensione delle problematiche e l’autovalutazione non legata al voto.
È essenziale formare una società che veda nella scuola un’opportunità di crescita ed un trampolino di lancio per il proprio futuro; per realizzare ciò è necessario superare un sistema scolastico che non è più al passo con i tempi e necessita di una radicale riforma.

Antonella Formisano