CULTURA

“Si può fare”. Ma voi, immaginate di sciare al sole e… vedere che tutto è buio

By 22/06/2022Giugno 23rd, 2022No Comments

Dalle cene organizzate dai non vedenti, agli sport invernali paralimpici per “far toccare con mano” cosa vuol dire vivere immersi nell’oscurità, senza poter cogliere uno spiraglio di luce – La straordinaria missione dell’associazione “Sport di più” – L’impegno umano dell’avv. Benintendi – Toccanti successi ottenuti grazie al grande amore per la vita.

Immaginate di essere invitati una sera al ristorante. Immaginate di entrare in una sala buia, senza un filo di luce. Immaginate di essere accompagnati da una persona non vedente ad un tavolo e di prendere posto. Immaginate, ancora, di dover cercare la bottiglia dell’acqua frizzante, distinguendola da quella naturale e da quella del vino e di dover riempirvi il bicchiere. Immaginate, infine, di venire serviti senza capire cosa c’è nel piatto, di usare forchetta e coltello senza un minimo punto di riferimento.
Questo genere di esperienza viene chiamato “cena al buio”: una cena che viene organizzata dalle associazioni di non vedenti per far capire, per far, letteralmente, toccare con mano cosa voglia dire vivere senza vedere. Anche solo se per poche ore.
Non è semplice tradurre in parole le sensazioni, più che i pensieri, che hanno riempito cuore e mente per la durata della cena, ma è ancora meno semplice provare a capire come si possa vivere immersi costantemente nel buio senza perdere la voglia di vivere, di fare, di esplorare il mondo. Anche senza poterlo vedere.
La cena al buio ha, idealmente, chiuso la stagione invernale di “Sport di Più”, un’associazione nata nel 2000 su iniziativa di un avvocato torinese, Fabrizio Benintendi, con l’obiettivo di incoraggiare e diffondere l’attività̀ sportiva tra le persone con disabilità fisiche, sensoriali (non vedenti e ipo vedenti), intellettivo – relazionali.
Una stagione invernale, quella di Sport di Più, che ha visto oltre 40 ragazze e ragazzi disabili cimentarsi, ogni sabato da dicembre ad aprile, sulle piste della Via Lattea, accompagnati da circa 30 volontari, tra cui 7 guide certificate dalla FISIP (Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici), e alcuni maestri di sci della Scuola Nazionale di Sci di Sestriere.
Non solo. L’associazione ha organizzato, sempre sulle nevi di Sestriere uno slalom gigante, dal titolo roboante, “Miscion Possible 2”, al cui cancelletto di partenza si sono presentati 30 atleti con disabilità, divisi nelle categorie “blind” (non vedenti o ipovedenti), “dir” (con disabilità intellettivo-relazionali), “standing” e “sitting” (che sciano, cioè̀, rispettivamente in piedi o seduti sul guscio) e ha portato due atleti ai campionati italiani di slalom gigante a Folgaria, organizzati dalla FISIP.
“Miscion Possible” era nata nel 2018, prendendo spunto dal titolo del noto film con Tom Cruise, Mission Impossible, dal nome dello sport in questione – lo sci – e dallo spirito dell’evento, aperto a coloro per i quali, talvolta, la vita non è proprio facile.
A causa della pandemia non è stato possibile replicare l’edizione del 2018 ma, nella prima stagione invernale in cui, nonostante tutto, si è tornati alla normalità, si è voluto dare un segno ai ragazzi dell’associazione, alle loro famiglie, e anche a guide, maestri di sci e volontari.
Il 2022 avrebbe dovuto essere l’anno degli Special Olympics Games invernali – ossia delle gare di sci riservate ad atleti con disabilità intellettivo – relazionali, che avrebbero dovuto disputarsi a Sappada. Le competizioni sono state annullate ancora per covid, lasciando negli sciatori di Sport di Più che vi avrebbero preso parte un grande senso di tristezza. Anche per questo motivo l’associazione ha voluto organizzare direttamente una competizione, sulle nevi di casa, a Sestriere, per far provare alle ragazze e ai ragazzi le emozioni e la gioia di tornare a gareggiare.
D’altra parte il motto di Sport di Più è: “si può fare”.
Per quanto riguarda i campionati italiani di Folgaria uno dei due atleti di Sport di Più, Marco Croce, ex carabiniere, categoria “blind”, accompagnato dalla sua guida, è salito sul podio, aggiudicandosi la medaglia di bonzo (per la cronaca la competizione è stata vinta da Giacomo Bertagnoli, il portabandiera azzurro della cerimonia d’apertura delle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022, guidato dal fido scudiero delle Fiamme Gialle Andrea Ravelli).
Lo spirito che caratterizza le attività̀ dell’associazione è quello di vivere e far vivere lo sport e la competizione sportiva non solo come momento di riabilitazione fisica e psicologica, ma anche come strumento di relazione e integrazione con il prossimo, incoraggiando a fare nuove esperienze o a riprendere attività̀ che si pensavano non più̀ praticabili. Il momento competitivo, per raggiungere piccoli o grandi traguardi, vuole essere, invece, la dimostrazione che nello sport, come nella vita, le barriere si possono abbattere se si possiedono determinazione, passione, spirito di squadra e professionalità̀.
Al di là della attività promosse e delle gare organizzate, e dei piccoli o grandi successi, quello che caratterizza Sport di Più è lo spirito che si plasma ogni volta che gli atleti con disabilità, le guide, i maestri e i volontari si ritrovano il sabato mattina. Uno spirito che rende quelle ore indispensabili come l’ossigeno, per gli uni e, spesso, soprattutto per gli altri (guide, maestri e volontari).
Ore e momenti in cui le distanze e le differenze si dissolvono, in cui gli sguardi dicono molto di più di tante parole, in cui il confine tra abilità e disabilità svanisce perché è cancellato da un’armonia che va oltre i limiti, la fatica, l’incomprensione, la difficoltà di capire e farsi capire. Ore in cui lo sport è il modo per superare barriere, per superare difficoltà nel relazionarsi con gli altri, per andare oltre i limiti che la disabilità, spesso, impone.
Per chi non lo avesse visto consiglio un film di Giulio Manfredonia con Claudio Bisio e Giuseppe Battiston uscito qualche anno fa. Il film narra le vicende delle cooperative sociali nate negli Anni Ottanta per dare lavoro e dignità alle persone dimesse dagli ospedali psichiatrici. In una delle scene topiche il presidente della cooperativa (ex paziente) accoglie i nuovi soci, pazienti appena dimessi, con “un discorso” fatto solo di sguardi. Uno sguardo per ognuno dei nuovi arrivati. E quello sguardo si traduce in un abbraccio che ognuno dei vecchi soci dà ai nuovi arrivati. Il titolo del film è Si può fare… che, poi, altro non è che il motto di Sport di Più.
Sport di più non è solo sci alpino: le attività̀ sportive per persone con disabilità, di tutte le età, che gli associati possono praticare sono anche lo sci nordico o sci di fondo, lo snowboard, lo sci d’erba, il curling, lo sledge hockey o para ice hockey, il canottaggio, il tennis e il padel.
Le ragazze e i ragazzi non fanno solo sport nel contesto dell’associazione. In questi giorni, infatti, Torino ha finalmente ospitato i Giochi Nazionali Estivi Special Olympics, il più coinvolgente e atteso evento nazionale di sempre, dedicato alle persone con disabilità intellettive.
Giunti alla XXXVII edizione, le competizioni hanno coinvolto oltre 3000 atleti provenienti da tutta Italia, che hanno gareggiato in 20 discipline sportive: atletica leggera, badminton, bocce, bowling, calcio a 5, canottaggio, dragon boat, equitazione, ginnastica artistica e ritmica, indoor rowing, karate, golf, nuoto, nuoto in acque aperte, pallacanestro, pallavolo unificata, rugby, tennis e tennistavolo.
È stato bello ritrovare sui campi di gara – e spesso sui gradini più alti del podio – gli stessi ragazzi che d’inverno danno colore e calore alle montagne olimpiche. Segno che lo sport è davvero uno strumento importante per migliorarsi e migliorare il mondo.

Alessandro Battaglino

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