CULTURA

TORINO, SI CAMBIA: LA NUOVA MOVIDA “PACE” AI RESIDENTI, STRATEGIE DI MERCATO

By 25/01/2023No Comments

L’assessore comunale Paolo Chiavarino: ”Una task force a servizio dei cittadini e un occhio attento alla qualità della vita” – Il piano triennale per Distretti commerciali – Gli accordi con la Regione e il ruolo di Ascom e Confesercenti – Pratiche amministrative più snelle

Il “sindaco della notte” è una figura amministrativa che esiste da anni a Barcellona, Parigi, Amsterdam. La richiesta di istituirla a Torino è condivisa dai Radicali italiani di Igor Boni, che vogliono estenderla a Milano e Roma, cercando zone meno centrali della città, ma devono essere convenientemente attrezzate affinché la periferia si integri culturalmente e diventi città. Anche il Parco del Valentino e gli stessi Murazzi, possono essere riattivati, ma nel rispetto reciproco dei cittadini, prevenendo pericolosi conflitti. Lei come giudica questa proposta?
“Il Sindaco di Torino ha istituito una task force formata da quattro assessori che si occupa del fenomeno della movida, per cercare soluzioni al fine di salvaguardare il giusto diritto per residenti al riposo e alla salute, per i giovani di potersi, con ragionevolezza, divertire, e per gli esercenti di poter legittimamente lavorare nel rispetto di norme e regolamenti. La nuova figura del “Sindaco della Notte” risponderebbe alla scelta di vedere un unico soggetto occuparsi in prima persona dei problemi della movida notturna e di coinvolgere esercenti, associazioni e cittadini per lavorare ad un’offerta culturale della città e di tutti i soggetti interessati, rivolta al mondo giovanile”.
Lei è politico di lungo corso che conosce bene il funzionamento dell’amministrazione comunale di Torino. Di regolamentare la Movida a Torino se ne parla da almeno vent’anni. Nel frattempo la marea notturna dei giovani si è trasferita da Piazza Vittorio a San Salvario, a Santa Giulia, creando non pochi disagi e malumori in queste zone della città. Secondo lei, quali sarebbero le proposte più idonee per la soluzione del problema?
“La concentrazione della movida in alcune aree della città ha senza dubbio messo a dura prova i cittadini residenti, soprattutto a causa di intemperanze da parte di soggetti per cui lo scopo principale non è un sano divertimento oppure ai quali l’eccesso alcolico genera distorsioni comportamentali. Sulla base di ciò l’Amministrazione ha dovuto prendere provvedimenti di carattere amministrativo attraverso limitazioni orarie per l’asporto di bevande alcoliche, attraverso limitazioni sull’uso di bottiglie di vetro e di metallo e attraverso controlli mirati su esercizi che, vendendo quasi unicamente alcolici fino a serata avanzata, favoriscono assembramenti di soggetti che disturbano i residenti con comportamenti chiassosi e litigiosi, ragione per cui vengono fatte scattare misure sanzionatorie di chiusure anticipate. Indipendentemente però dalle situazioni di effettiva trasgressione, rimane il problema delle forti concentrazioni di avventori. È evidente che non si possa incidere in maniera decisiva sulla naturale tendenza a ritrovarsi in un certo luogo, ma si possono immaginare ambiti di ritrovo alternativi “di alleggerimento” individuati, per esempio, in contesti anche già sperimentati quali i Murazzi, l’area del Valentino, il nuovo viale Mai accanto al campus universitario e altre aree di proprietà comunale che, debitamente attrezzate e dotate di servizi a supporto, potrebbero divenire concrete alternative di aggregazione alle aree di Vanchiglia e San Salvario.
Ma determinante potrà essere l’individuazione di un’offerta culturale di attività di intrattenimento, soprattutto musicale e di spettacolo, che possa diventare una reale e credibile alternativa al solo consumo alcolico”.
Lei ha detto che Torino, storicamente, è la città delle sfide? Qual è la prossima, la più vicina? E’ legata al titolo del libro di Adriano Olivetti “Città dell’uomo” che lei ha più volte letto?
“Come Olivetti credo nella forza della Comunità e nella valorizzazione delle competenze individuali, in una sorta di fucina da cui allargare lo sguardo, andando oltre il contingente e i confini fisici. I progetti già avviati e quelli da avviare, in una prospettiva pluriennale, hanno l’obiettivo di realizzare una città che metta al primo posto il benessere delle cittadine e dei cittadini e più in generale la qualità della vita. Abbiamo stabilito obiettivi da raggiungere e azioni da compiere per realizzare la visione prospettica di Torino 2030, identificando priorità d’intervento e sicuramente nel 2023, anno in cui partirà il cantiere del nuovo Piano Regolatore, si ripenserà la Città e il suo sviluppo in chiave di trasformazione strategica, con l’obiettivo principale di rendere Torino ancora più attrattiva e di creare una nuova qualità dello spazio cittadino”.
Il nuovo piano strategico quali altri interventi prevede?
“Quest’anno sono stati realizzati interventi mirati con cui sono state riqualificate o manutenute alcune delle 33 aree mercatali ed è stato promosso il rilancio dell’area di Porta Palazzo attraverso varie iniziative. Da luglio è partita l’elaborazione progettuale dei lavori per i 9 mercati inclusi nel PNRR, che beneficeranno di 5.950.000 euro. A partire da quest’anno proseguiranno gli interventi manutentivi dei mercati rionali e vi sarà la rielaborazione del layout di più aree mercatali. Importante sarà la prossima emissione del Bando di assegnazione del Mercato ittico di Porta Palazzo quale elemento di riqualificazione mercatale e rigenerazione territoriale. Inoltre saranno emessi i Bandi per l’assegnazione degli stalli mercatali disponibili e indette le elezioni per il rinnovo delle 33 commissioni di mercato”.
Si punta quindi a dare maggior ordine ed a valorizzare le aree commerciali d’accordo con la Regione?
“Esattamente. Con i DUC (Distretti Urbani del Commercio, attualmente DUC Torino) I Distretti si configurano quali strumenti innovativi finalizzati alla valorizzazione del commercio e del suo rilevante ruolo di presidio del territorio e al mantenimento dei livelli occupazionali e costituiscono uno degli obiettivi strategici inseriti nel Piano della Competitività predisposto dalla Regione Piemonte.
Gli elementi di attrattività e di competitività, attraverso lo strumento del Distretto, vengono supportati da una regia unitaria che, attraverso il partenariato pubblico e privato previsto nella normativa regionale, con la partnership tra Città ed associazioni di categoria del commercio maggiormente rappresentative sul piano provinciale Ascom Confcommercio Torino e Provincia e Confesercenti Torino e Provincia e altri attori territoriali, promuove lo sviluppo della città grazie al perseguimento di una visione strategica e di investimento condivisa. Tale sviluppo ha assunto concretezza in modo virtuoso attraverso il lavoro di rete tra Istituzioni e stakeholder del territorio, tra cui la CCIAA di Torino, gli Atenei, la Fondazione CRT e la Compagnia di San Paolo, nonché la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio e GTT, che hanno formalizzato, con lettera di manifestazione di interesse, la propria volontà ad assumere un ruolo nel partenariato. E’ stata costituita la Cabina di Regia DUC con Ascom e Confesercenti, già ampiamente operativa, ed è stato redatto il Piano Strategico Triennale. Recentemente, attraverso la partecipazione ad un Bando Regionale, con il progetto “LUMEN” (quaLità Urbana coMmErcio toriNo), la Città si è aggiudicata il contributo di 292.000 euro, da investire in attività del Distretto”.
Una programmazione di riordino ad ampio respiro, ma la burocrazia…?
“E’ stato intensificato il processo di semplificazione, snellimento e digitalizzazione delle pratiche amministrative commerciali, attraverso la migrazione sulla piattaforma “Impresainungiorno”: ad oggi, con ben il 75% delle circa 20.000 pratiche annuali del SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive).
Sono state poi gestite le proroghe per circa 2.200 dehors, individuando ed applicando soluzioni di semplificazione e snellimento procedurale. Ci accingiamo in questi prossimi giorni a presentare in Giunta e poi in Consiglio Comunale, la delibera che regolerà le disposizioni sui dehors”.

Gianni Maria Stornello