CULTURAeditoriale

Un docufilm omaggio a Carlo Donat-Cattin storico leader DC

By 22/11/2021No Comments

Un’idea che Rai-Tv e Film Commission dovrebbero realizzare per i 100 anni della nascita di uno dei migliori ministri della storia repubblicana – Protagonista l’eccellente attore Toni Servillo

Una nuova idea? Eccola qua! No, non è un’allusione all’onnipresente factotum del Barbiere di Siviglia, ma il desiderio mattiniero, scaturito lì per lì: rendere omaggio a Carlo Donat-Cattin in occasione dei cento anni della nascita con un docufilm, protagonista lo straordinario attore Toni Servillo.
Carlo Donat-Cattin, importante uomo politico della sinistra democristiana, giornalista, sindacalista, la cui vita legò in modo viscerale al mondo del lavoro, in particolare di Torino, città protagonista dell’allora evoluzione industriale. Un film con Toni Servillo, che segua per filo e per segno gli studi, l’impegno studentesco e politico, la voglia imperiosa di tutelare i lavori usuranti, che resero possibile la trasformazione dal mondo rurale, contadino delle vallate, del prezioso artigianato, al mondo dell’industria che, con tutti gli aspetti positivi, ma anche con le pesanti contraddizioni, permise all’Italia, di rendersi viva agli occhi dei cosiddetti “potentati economici”, così allora, si consideravano in ambito internazionale.
Poi, con gli anni, la storia ha cambiato tutto.
Perché dare a Toni Servillo le sembianze di Carlo Donat-Cattin?
Perché Toni Servillo è artista capace di trasformarsi, di entrare nell’intimo dei personaggi che interpreta, è attore duttilissimo, in grado di rendere verosimile la somiglianza scenica dello storico leader della DC.
Un’idea che nel dormiveglia mattutino, nel tepore dei ricordi di una vita (la mia) s’è fatta immagine. Fra giornalismo, musica lirica, passione per gli avvenimenti degli Anni ‘60 – ’70. Dodici anni trascorsi in redazione alla “Gazzetta del Popolo”, in Corso Valdocco 2. Un’idea che non poteva negare l’esistenza dei Donat-Cattin e che dovrebbe essere recepita dalla Rai-Tv, dalla Film Commission, attingendo agli Archivi Storici di Torino e alla testimonianza diretta di alcuni giornalisti, in primis di Claudio Donat-Cattin, figlio di Carlo che, negli anni difficili della Gazzetta del Popolo fino alla illusoria autogestione, è stato al centro della vita redazionale da cronista e da vice direttore del giornale. Giornalista viscerale, che amava il proprio lavoro, che entrava per primo in redazione e ne usciva sempre per ultimo, attento a non farsi sfuggire l’ultima notizia. Oggi è dirigente Rai e presidente della Fondazione Carlo Donat-Cattin.
La Gazzetta del Popolo. Giornale glorioso che fondato nel 1895, ha percorso tutte le vicissitudini politiche ed editoriali dal suo divenire nel 1848 al fallimento del 1983. Un giornale che sotto l’occhio attento di Carlo Donat-Cattin, tentò di rinascere a nuova vita, sfuggendo, sia pure in parte, ai buchi previdenziali del suo ultimo editore. Il tentativo di Donat Cattin e l’appoggio della Federazione Nazionale della Stampa, permisero di salvare la professione di molti giornalisti che furono assunti, come il sottoscritto, dall’editrice La Stampa.
C’è un materiale incredibile e prezioso sulla vita di Carlo Donat-Cattin. Se ne può fare un docufilm intenso, ancor oggi vitale. Basti pensare allo “Statuto dei lavoratori” divenuto legge il 20 maggio 1970, i cui padri furono il socialista Giacomo Brodolini che ne iniziò l’iter legislativo; Gino Giugno, “padre giuridico” dello statuto; Carlo Donat-Cattin, appunto, che portò al varo definitivo della legge con una frase celebre: “La Costituzione è entrata nelle fabbriche”.
Basterebbe sfogliare alcuni tra i numerosi libri:
La vita e le idee di un democristiano scomodo di Giorgio Aimetti
“Protagonista politico nei mesi dell’autunno caldo che portano all’approvazione dello Statuto dei Lavoratori, persona di grande concretezza, dall’intuito acuto, dalla visione ricca di presagi, descrive prima di altri il declino di un’Italia ferita dalla caduta dei suoi valori fondanti”;
Carlo Donat-Cattin. Una vita per l’Italia (a cura di M. Donat-Cattin):
«Noi non siamo marxisti né siamo liberali… Siamo popolo nell’accezione sociologica, chiamato alla politica secondo una spinta, partita dalla base del mondo cattolico, alla conquista di una dimensione laica. E siamo i continuatori della tradizione politica del popolarismo.»
Carlo Donat-Cattin e Torino. Giornalista, sindacalista, amministratore pubblico. Scritti 1945-1958 di Giuseppe Bracco – Walter E. Crivellin – Stefano Musso. “Una vita legata a Torino, alla nascita della Cisl, al confronto spesso duro con la Fiat, all’ondata biblica dell’immigrazione vissuta come consigliere comunale e provinciale. Dai suoi articoli e scritti, qui proposti e analizzati, emerge con forza una fase decisiva per la crescita industriale e per la trasformazione di Torino da città a metropoli, così come si scoprono le radici culturali e politiche di colui che diventerà a partire dagli anni sessanta, un leader nazionale”.
Un film sulla vita di Carlo Donat-Cattin, protagonista lo straordinario Toni Servillo, per rendere omaggio ad un uomo speciale, che tra sindacalismo, politica, giornalismo, è stato il migliore ministro del Lavoro della Repubblica Italiana.

Armando Caruso

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