CULTURATURISMO

VENARIA REALE, TEATRO DI STORIA E MAGNIFICENZA

By 21/09/2023Settembre 25th, 2023No Comments

Merito di tanta bellezza naturale e architettonica si deve a Carlo Emanuele II di Savoia che nel 1658 commissionò il progetto al geniale Amedeo di Castellamonte – La trasformazione su modello di Versailles nel 1713 – L’immagine regale dei Savoia diviene così pari alle grandi monarchie di Francia, Austria, Spagna e Gran Bretagna – A Filippo Juvarra l’onore di progettare la “Galleria di Diana” – La reggia restaurata e recuperata all’antico splendore riapre nel 2007 ed è Patrimonio dell’Umanità

Molti certo ricordano quando il Cavalier Silvio Berlusconi, da Presidente del Consiglio dei Ministri, trascorreva gran parte delle vacanze estive a Villa Certosa in Sardegna; come pure l’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump quasi tutti i fine settimana andava nella sua tenuta di Mar-a-Lago, in Florida, e prima di lui Lindon Jhonson si rifugiava nel suo Ranch in Texas, dove poteva montare a cavallo e riposarsi lontano dagli impegni della Casa Bianca.
Tre secoli fa, all’inizio del 1700, anche in Piemonte il duca di Savoia Vittorio Amedeo II amava fuggire da Torino, per andare a caccia e per vivere all’aria aperta momenti di Loisir (i Savoia, è risaputo, si esprimevano molto spesso in francese). Come location del suo “ranch”, Vittorio Amedeo II aveva scelto il territorio di Altessano, località di origine romana situata in prossimità della Stura di Lanzo e del torrente Ceronda, ma soprattutto attigua a quella immensa tenuta di caccia con lussureggianti boschi, oggi denominata Parco di La Mandria, ultima traccia dell’antica foresta planiziale. Per accogliere il Duca e la sua corte, qui c’era già un’elegante residenza barocca, denominata non a caso La Venaria Reale. Era stata fatta erigere nel 1658 da suo padre il duca Carlo Emanuele II su progetto dell’architetto Amedeo di Castellamonte. L’edificio viene ampliato e trasformato in una grande Reggia, sul modello di Versailles, quando nel 1713 Vittorio Amedeo II diventa Re di Sicilia, in seguito al trattato di Utrecht, in ragion del fatto di aver sconfitto i francesi, con l’aiuto di suo cugino, il Principe Eugenio di Savoia che comandava le truppe degli alleati austriaci.
Vittorio Amedeo II vuole che l’immagine dei Savoia diventi davvero regale, in grado di stare alla pari con le altre grandi monarchie europee di Francia, Austria, Spagna e Gran Bretagna. In quell’occasione chiama a Torino l’architetto siciliano Filippo Juvarra, l’archistar di quegli anni, il Renzo Piano di allora, e gli commissiona la splendida Grande Galleria, che qualcuno definisce anche la Galleria di Diana, dedicata alla dea romana della caccia. Già perché tutta la reggia di Venaria è incentrata sul tema venatorio, compresi i dipinti, gli arazzi, i decori e l’attigua Cappella di Sant’Uberto, il patrono dei cacciatori.
Già perché la cultura di allora era ispirata alla Civiltà Classica, siamo alle soglie infatti del passaggio dal Barocco al Neoclassicismo, con la citazione costate della mitologia e delle divinità greche e romane in chiave allegorica. La Venaria era il luogo perfetto non solo per le battute di caccia, ma anche per ricevere ambasciatori di altre nazioni, perfetto per dare grandi ricevimenti, feste accompagnate da musica, spettacoli teatrali, balli, ma anche per buone letture e buon cibo. Tutto era ispirato alle teorie del letterato e filosofo Emanuele Tesauro (Torino 1592 – 1675), un gesuita precettore e storico di corte dei Savoia, fautore di un recupero dell’aristotelismo in chiave tomista, e della necessità di creare un più stringente rapporto tra civiltà classica e cultura contemporanea, contemporanea di allora ovviamente. Così La Venaria Reale diventa il luogo emblematico di un modo di concepire la Vita e la Politica.
Con l’invasione del Piemonte da parte di Napoleone alla fine del 1700, la Venaria viene depredata di gran parte dei suoi beni. Cessa di essere una Reggia e viene trasformata in una gigantesca caserma, la prima e la più grande caserma di Torino, il Pentagono del Piemonte. E caserma di artiglieria rimane fino alla seconda guerra mondiale. Viene poi dismessa dai militari e da lì subentra una drammatica fase di progressivo degrado. Che termina solo quando la lungimiranza di Alberto Vanelli, allora Direttore dei beni culturali della Regione Piemonte, riesce a Convincere il Governatore del Piemonte Enzo Ghigo e il Ministro dei beni culturali del governo italiano Walter Veltroni a promuovere un gigantesco progetto di recupero, attuato con fondi europei, circa 300 milioni di euro: il più grande cantiere di restauro d’Europa.
La Reggia restaurata apre al pubblico nell’ottobre 2007, dopo otto anni d’intesi lavori di restauro. L’edificio monumentale, di 80.000 metri quadrati di superficie, vanta alcune delle più alte espressioni del barocco universale: la Sala di Diana progettato da Amedeo di Castellamonte, la Galleria Grande e la Cappella di Sant’Uberto con l’attiguo complesso delle Scuderie e Citroniere, progettate da Filippo Juvarra. Un Teatro di Storia e Magnificenza che, nel percorso espositivo dedicato ai Savoia, accompagna il visitatore per circa 2.000 metri, tra piano interrato e piano nobile della Reggia.
Vista dall’alto la Reggia con i suoi Giardini disegna intorno a sé uno spazio di 950.000 metri quadrati di architetture e parchi indivisi e costituisce il perno dal quale si articolano i grandi complessi espositivi delle Scuderie Juvarriane, delle Sale dei Paggi e delle Sale delle Arti, il Centro Conservazione e Restauro (ospitato negli 8.000 metri quadrati delle ex Scuderie alfieriane), il Borgo antico cittadino, il Castello della Mandria e la Cascina Rubbianetta in un orizzonte che si perde a sua volta negli oltre 6.500 ettari di verde del vicino Parco La Mandria.
I Giardini si presentano oggi come uno stretto connubio tra antico e moderno, un dialogo virtuoso tra reperti storici e opere contemporanee, il tutto incorniciato in una visione all’infinito: con le grotte seicentesche, i resti della Fontana dell’Ercole e del Tempio di Diana, la Peschiera, il Gran Parterre, le Allee, il Giardino a Fiori e delle Rose, l’attrazione del Fantacasino, il Potager Royal più grande d’Italia, non ha riscontri analoghi fra i giardini italiani per la magnificenza delle prospettive e la vastità del panorama naturale circondato dai boschi del Parco La Mandria e dalla catena montuosa delle Alpi.
Le condizioni degli 80 ettari dell’area, ancora alle soglie degli anni 2000, erano tali da non consentire più neanche la possibilità di percepire i frammenti della conformazione originale sei-settecentesca dei Giardini: un complesso progetto di restauro ha permesso in otto anni un’operazione senza precedenti, la ricostruzione vera e propria di un paesaggio con i suoi segni storici, ma anche con una peculiare attenzione all’estetica ed alla fruizione moderna con l’inserimento di oltre 170.000 nuove piantumazioni e di importanti opere d’arte di maestri come Giuseppe Penone (Il Giardino delle Sculture Fluide e Anafora), Giovanni Anselmo (Dove le stelle si avvicinano di una spanna in più), Riccardo Cordero.
La Venaria Reale, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità nel 1997, si colloca idealmente al centro del sistema delle Residenze Reali Sabaude del Piemonte ed è connessa con il sistema museale di Torino.
Il complesso La Venaria Reale “Reggia, Giardini e Castello della Mandria” è gestito direttamente dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude costituito dal Ministero della Cultura, dalla Regione Piemonte, dalla Città di Venaria Reale, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura.
Il Consorzio conferisce un’autonomia gestionale di taglio privatistico, con modello amministrativo moderno, che punta a coinvolgere, nella promozione e fruizione, l’intero sistema delle Residenze Reali Sabaude del Piemonte.
La Venaria Reale non è una meta di una semplice visita, ma un luogo di permanenza di almeno una giornata per le sue svariate occasioni di richiamo ed i servizi offerti che comprendono anche caffetterie, bookshop, punti ristoro, ristorante d’eccellenza, convegni, mostre, attività didattiche e di formazione, affitto delle location e accessibilità per i diversamente abili.

Guido Curto

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La Venaria Reale è tra i siti culturali più visitati in Italia

REGGIA DI VENARIA – Piazza della Repubblica, 4 – 10078 Venaria Reale (Torino) – Tel. +39 011 4992300
CASTELLO DELLA MANDRIA (PARCO LA MANDRIA)
Viale Carlo Emanuele II – 10078 Venaria Reale (Torino) – Tel. +39 011 4992300
INFORMAZIONI, PRENOTAZIONI
INGRESSI E VISITE GUIDATE
Tel.: +39 011 4992333
prenotazioni@lavenariareale.it
www.lavenaria.it – residenzerealisabaude.com
BIGLIETTERIE

È possibile acquistare i biglietti on-line dal sito www.lavenaria.it, oppure presso:
Biglietteria Centrale: via A. Mensa 34 – Venaria Reale (Centro Storico a ridosso della Reggia)
Tel. +39 011 4992333;
Biglietteria Carlo Emanuele II (Garden House), quando attiva:
viale Carlo Emanuele II – Venaria Reale (viale che conduce al Parco La Mandria)
Tel. +39 011 4992333;
Biglietteria Castello della Mandria (Parco La Mandria): viale Carlo Emanuele II – Venaria Reale
Tel. +39 011 4992333
SERVIZI EDUCATIVI
Tel. +39 011 4992355 – prenotazioneservizieducativi@lavenariareale.it
AFFITTO SPAZI
Tel. +39 011 4992416 – ilmiospazio@lavenariareale.it
BOOKSHOP
Tel. +39 011 4992466 – bookshop@lavenariareale.it
PRESS OFFICE
Tel. +39 011 4992300 – press@lavenariareale.it
CENTRO STUDI
Tel. +39 011 4992300 – centro.studi@lavenariareale.it

SERVIZI DISPONIBILI
Bookshop, caffetterie e punti ristoro, ristorante stellato, accessibilità diversamente abili, APP mobile, audioguide, visite guidate, attività didattiche, affitto location.
La Reggia dispone stagionalmente di aree picnic attrezzate e di servizi di ristorazione di alto livello per diverse possibilità di spesa:
Il Caffè degli Argenti, la caffetteria con terrazza panoramica sul Gran Parterre dei Giardini;
La Gelateria delle Rose, la caffetteria-gelateria sotto le pergole dei fiori vicino a un’area picnic;
Il Patio dei Giardini, il caffè-ristorante immerso nel verde del Parco basso dei Giardini.
Informazioni e prenotazioni: tel. +392714126 – donatella.binasco@compass-group.it

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